Quest’anno il premio Hajar promosso dall’associazione internazionale EWMD è andato a una scuola reggiana. Merito delle studentesse del Bus, che hanno partecipato con profitto al progetto “Ragazze digitali“, il summer camp di creatività digitale organizzato dall’università di Modena e Reggio e rivolto alle ragazze del terzo e del quarto anno di tutte le scuole superiori.
Hajar Louahbi aveva partecipato al summer camp due anni fa. Era una ragazza marocchina di 18 anni che si distinse per motivazione, impegno negli studi e capacità di collaborazione con le compagne. Pochi giorni dopo la conclusione del corso perse la vita tragicamente, tuffandosi nel fiume Secchia per fare il bagno insieme a due sorelle. La volontà di non dimenticare questa giovane donna appassionata allo studio ha spinto la delegazione reggiana e modenese di EWMD a indire il concorso, che ha tenuto conto della frequenza ai laboratori didattici delle studentesse iscritte a “Ragazze digitali“.
Mai come quest’anno le adesioni sono state tante: alla quarta edizione del progetto, che si è svolto dal 12 giugno al 7 luglio negli spazi del Dipartimento di Ingegneria Enzo Ferrari a Modena, hanno partecipato cinquanta ragazze. Le richieste sono state così numerose che gli organizzatori sono stati costretti a chiudere le iscrizioni prima del previsto, per problemi legati alla capienza delle aule destinate alle attività. Tra gli enti promotori del laboratorio – completamente gratuito e patrocinato dal Ministero dell’Istruzione, dalla Regione Emilia Romagna e dal Comune di Reggio – ci sono UniMore – nello specifico il professor Michele Colajanni, il Comune di Modena e Fondazione di Vignola, oltre naturalmente a EWMD (European Women’s management development), impegnata nella valorizzazione del talento delle donne nelle professioni a tutti i livelli, a cominciare dalle più giovani.
Nella giornata conclusiva del summer camp di informatica al femminile all’università di Modena, in concomitanza alla consegna degli attestati di frequenza alle ragazze e alla presentazione di tutti i lavori, la presidente di EWMD Nadia Caraffi ha proclamato la scuola vincitrice: il premio, che si sostanzia in un assegno di 500 euro destinato all’istituto, è andato alle studentesse del Bus, distintesi per la presenza costante alle attività del corso, sapientemente guidate dalla professoressa di chimica al liceo delle scienze applicate Paola Semeghini. La docente ha ricevuto una targa ricordo di questa edizione del premio dalla mamma di Hajar, presente in aula, cui poi ne è stata donata una copia, su iniziativa della delegazione reggiana e modenese di EWMD.
Il senso del progetto “Ragazze digitali“ è stato ben riassunto dalla presidente Caraffi: “Da quattro anni ci stiamo adoperando con l’università perché le ragazze abbiano la possibilità di mettersi alla prova in ambito tecnologico. Troppo spesso questo settore non viene considerato uno sbocco possibile di lavoro e di vita, a causa di vecchi stereotipi che vorremmo abbattere. La nostra associazione riunisce donne europee che si impegnano proprio per far sì che altre donne ottengano il giusto riconoscimento pubblico del loro ruolo professionale e sociale“.
Dalla programmazione di un videogioco, compresi audio e grafica, ad approfondimenti su social networks, sicurezza e web publishing: sono questi i temi su cui in ateneo, affiancati dai docenti Francesca Mazzoni, Alessandro Grandi e Francesco Faenza, si sono esercitate e confrontate le studentesse del Bus di Reggio, dell’Itis Fermi di Modena, dell’Itcs Meucci di Carpi e del liceo Galvani di Bologna, in un laboratorio che è il primo in Italia dedicato alle sole ragazze. Non a caso una giovane studentessa di Roma si è trasferita per un mese intero a Modena, pur di poter prenderne parte.