Firenze – Emiliano Manfredonia, pisano, 45 anni è il nuovo Presidente nazionale delle ACLI, il primo toscano ad assumere questa carica. E’ stato eletto dal Congresso nazionale che si è tenuto a Roma nel rispetto delle norme anti-covid con 400 delegati che si sono collegati e hanno votato online
Nel suo primi saluto da Presidente ha detto che “potere è prima di tutto un verbo: poter servire, poter fare, poter fare bene, cerchiamo di farlo tutti insieme per le nostre Acli e farle diventare Acli in movimento, in cammino, soprattutto verso le periferie esistenziali. Acli che corrono per ricucire fratture presenti nella società”.
Nato a Pisa nel 1975, sposato con un figlio, formatosi nel movimento studenti di azione cattolica, è stato per molti anni animatore ed educatore parrocchiale. Impegnato nella cooperazione sociale di inserimento lavorativo, nel tempo ha sviluppato e fondato cooperative sociali e attività lavorative in diversi territori e in diversi ambiti di marginalità, come tossicodipendenza, disabilità mentale e sordomutismo.
Dal 2006 è Presidente dell’associazione “intesa ”, impegnata nei servizi, nella ricerca, qualità e studio del settore no profit. Nelle Acli mette la propria vita in circolo e svolge il proprio impegno politico e sociale. È stato Presidente delle Acli di Pisa dal 2006 al 2012, anno in cui è invitato in Presidenza Nazionale con l’incarico Economia Civile e cooperazione Sociale. Nello scorso mandato è stato Vice Presidente vicario delle ACLI nazionali e Presidente nazionale del Patronato Acli
Tra i gli obiettivi esposti nel suo programma. Essere meno istituzione e più movimento. Insieme al Terzo settore, alla Chiesa locale, convochiamo la gente e le comunità per mettersi al lavoro nei nostri paesi, quartieri e città. Costruiamo il mondo che reclamiamo. Essere la democrazia che chiediamo al mondo, con meno verticismi e ‘presidenzialismi’ e più animazione e rete, luogo per contare, discutere, esprimersi, riflettere, formarsi, incontrarsi nella diversità, e non per essere numeri da esporre o da dirigere dall’alto. Tornare a creare associazioni in tempi di solitudine e crescenti distanze. Una riforma organizzativa che vari un modello più orizzontale e poggi i piedi su una grande stagione formativa..
Ho conosciuto Manfredonia quando compiva i primi passi nelle Acli pisane. Divenutone presidente ancora giovanissimo ha portato questa realtà associativa a essere un’eccellenza e un modello a livello nazionale. Così come ha gestito con lungimiranza e significativa leadership i successivi incarichi di Presidente nazionale del Patronato e di Vice Presidente dell’Associazione.
Alcuni mesi fa l’ho intervistato per StampToscana sul suo ultimo libro Vite in Circolo una narrazione avvincente dei suoi incontri con la base associativa delle Acli in tutta Italia e con gli italiani all’estero. Questo libro che ha avuto un bel successo editoriale non è solo il resoconto della sua esperienza e dei contatti con il territorio ma esprime anche in modo incisivo i suoi progetti, le sue speranze per le Acli del futuro e per una loro presenza dinamica, propulsiva nel sociale. C’era già in nuce il suo programma da presidente e apprezzai molto in quell’occasione, che parlasse anche dell’ amicizia, dei legami dell’importanza di essere e punto di riferimento.
“Ho potuto sperimentare – ha sottolineato in questo libro – un profondo attaccamento dei nostri operatori, dei promotori volontari e di tutti i dirigenti alle persone che si affacciano ai circoli, persone con problemi e richieste sugli argomenti più disparati”. In queste parole ho trovato il modo più vitale e fecondo di essere strumento di promozione sociale.
Foto: Emiliano Manfredonia