Parigi – Le Petit Prince batte Pinocchio. Il poetico racconto di Antoine de Saint -Exupéry non solo lo supera il celebre burattino di legno per numero di traduzioni, ma anche di vendite nel mondo. Con 200.000 vendite, il primo figura infatti tra i primi 10 libri letti nel mondo mentre il secondo è al tredicesimo posto. Con 253 traduzioni stacca di 13 lunghezze il nostro Pinocchio. Negli ultimi anni poi il piccolo principe si è anche trasformato in un re del business, una vera e propria gallina dalle uova d’oro che sta facendo la fortuna dei discendenti dello scrittore francese che lo aveva creato nel 1943, in piena seconda guerra mondiale.
Come Pinocchio, anche il biondo e delicato piccolo principe viene declinato in tutte le forme: libri, prodotti derivati, parchi di attrazioni, film, serie televisive. Gli oggetti ispirati dal Petit Prince sono oltre 10.000 prodotti da 200 società sparse per il mondo, generando incassi che sfiorano i 200 milioni di euro all’anno. Per vederne un “campionario” basta andare al “Petit Prince Store Paris” , una boutique che sui muri ricorda le frasi più celebri del libro come “l’essenziale è invisibile ai nostri occhi’ o “ci si vede solo col cuore” ed offre tutta una panoplia che va dalla cartolina ai foulard, passando da portachiavi e saponi. Aperto un paio di anni fa ha già accolto 30.000 persone che non ripartono mai a mani vuote: la media degli acquisti sfiora i 30 euro. “
“I fans – sono 10 milioni su Facebook – vengono da tutto il mondo per offrirsi un momento di sogno” ha dichiarato al settimanale francese “Capital’’ Thomas Rivière, uno dei discendenti dello scrittore che dirige il negozio. “Questa popolarità non deve sorprendere: il piccolo principe è diventato un mito universale che personifica quanto ci sia di immortale in noi” ha spiegato a “Capital” lo scrittore Virgil Tanase che cura gli archivi audiovisivi di Saint-Exupery. A tenere sempre viva la popolarità del fenomeno letterario ha contribuito ultimamente un cartone animato uscito nel 2015 che ha fatto 120 milioni di incassi grazie a 23 milioni di spettatori nel mondo e 30 milioni su Netflix.
Sull’impero Petit Prince vigila con mano di ferro la successione Saint-Exupery, una sessesantina di persone, discendenti della sorella dello scrittore-aviatore scomparso in mare nel luglio 1944 durante una missione di guerra senza lasciare figli. Il compito di vegliare sull’integrità del lascito non è di tutto riposo ora che i diritti d’autori sono scaduti in gran parte del mondo. Ma non in Francia dove grazie al suo statuto di eroe di guerra sono stati prolungati fino al 2032.
A dar del filo da torcere agli eredi sono anche scesi in campo i parenti della vedova di Saint-Exupéry, Consuelo, che non si accontentano più dell’accordo raggiunto nel 1947 e vogliono ora anche una parte dei profitti generati dai prodotti derivati. Il contenzioso va avanti da anni con alterne vicende e non si è ancora concluso. Intanto il piccolo principe, indifferente a soldi e royalties, continua a ricordare a grandi e piccini che le scelte migliori si fanno con il cuore e i piaceri della vita nascono dalle piccole cose.