La Provincia scommette sul porta a porta. Venerdì mattina a Palazzo Allende, nel corso dell’Assemblea dell’Ato (l’Ambito territoriale ottimale di cui fanno parte la Provincia di Reggio Emilia e tutti i 45 Comuni reggiani), è stato compiuto il primo passo per l’approvazione del Piano d’ambito per la gestione dei rifiuti urbani ed assimilati. Un piano ambizioso che allontana, almeno sulla carta, l’ipotesi di un nuovo inceneritore. Ma non mancano le ombre e i dubbi.
Nessun accenno al caro-bollette, ennesimo rinvio sull’ impianto di trattamento meccanico-biologico, poche parole sull’ inceneritore e differenziata spinta per raggiungere quota oltre il 67%: è in estrema sintesi quanto emerso dall’ assemblea dei sindaci reggiani che oggi, presso la sede della Provincia, ha fatto bilancio e previsioni dell’ intera partita dei rifiuti. Una delle più spinose, per il rischio impopolarità delle scelte, degli ultimi anni; e su cui pendono ancora diverse incognite.
Ma il nuovo modello gestionale organizzativo prevede di estendere la raccolta “porta a porta” dell’ organico domestico, del residuo e del verde ai 210mila abitanti della pianura reggiana e la raccolta capillarizzata (coi contenitori per strada) in tutti i comuni dalla pedecollina in su a sud di Reggio: Busana, Ligonchio, Collagna, Ramiseto e Villa Minozzo. Per quanto riguarda Reggio Emilia invece modello misto-porta a porta per oltre 60mila abitanti e capillarizzata per i restanti 107mila. Obiettivo estendere il porta a porta ad oltre il 51% della popolazione provinciale, contro l’ attuale 11,6%. Con un ‘incremento contenuto dei costi, si legge in una nota, ma non si capisce se per l’ ente o i cittadini.
Intanto, ignorato dai sindaci il caro-bollette che attanaglia la popolazione, sono stati stanziati altri 600mila euro. L’ulteriore accelerazione verso il porta a porta è scattato perché, nonostante i proclami, l’ obiettivo di raccolta differenziata del 65% anche nel reggiano, nonostante il miglior dato a livello regionale, non è stato raggiunto fermandosi al 58%. Capitolo incenerimento rifiuti: l’ assemblea dei sindaci ha escluso la costruzione di un inceneritore vero e proprio (nonostante esisterebbero da tempo progetti in tal senso) e si è limitata a ribadire la volontà, palesata da anni, di non andare oltre un impianto di trattamento meccanico-biologico da localizzare a Gavassa. Un piano, che solleva più d’una domanda, votato favorevolmente da tutti i comuni, eccetto Viano che si è astenuto.