Il peso (calmierato) della cultura

L’Alma Mater bolognese taglia le tasse universitarie al ceto medio (ma non si era estinto?). “Flat tax” per i fuori corso e manovra da 1 milione di euro

Una manovra da circa un milione di euro per agevolare il ceto medio, altrettante risorse per poter inserire una sorta di ‘flat tax’ per chi è fuori corso in debito della sola prova di laurea e l’intenzione di allargare ancora la platea di studenti esenti, arrivando ad essere l’ateneo con la ‘no tax area’ più ampia d’Italia.

Sono le misure presentate dall’università di Bologna, in conferenza stampa dal rettore Giovanni Molari, dopo il via libera del cda.

L’Alma Mater ha deciso di rafforzare il sostegno ai redditi medio bassi per l’anno accademico 2022-23. Si confermerà non solo la soglia attuale di no tax area fissata a 23mila euro di Isee, ma è stata manifestata la volontà di alzarla a 26mila, anche a partire dal prossimo anno accademico, se la Regione interverrà per aumentare a 26mila il valore minimo di Isee entro cui concedere borse di studio. Restano invariate le regole per la fascia 23-33mila euro, mentre si ridurrà in maniera consistente il contributo per la fascia successiva, 33-45mila euro, “che riteniamo sia una fascia particolarmente esposta alla crisi pandemica – ha spiegato Molari – e che non gode di altre agevolazioni”. Uno sgravio che potrebbe portare a pagare fino a 200 euro in meno. Le risorse per studenti in stato di disagio saranno più che raddoppiate, da 200 a 450mila euro. E, infine, chi è al secondo anno fuori corso in debito solo della prova finale e ha Isee uguale o inferiore a 35mila euro potrà richiedere di accedere a una contribuzione fissa calmierata pari a 500 euro per l’anno successivo.

Cambia anche il regolamento per i concorsi dei docenti di prima e seconda fascia. Non sarà più individuato un solo candidato idoneo, ma la commissione proporrà ai dipartimenti una lista fino a un massimo di tre e sarà poi il dipartimento a selezionare il migliore.

(ANSA)

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