Da Gino Strada a don Luigi Ciotti, da Stefano Rodotà a Sergio Cofferati; pesca più nel mondo dell’associazionismo “border line” che in quello direttamente politico, la nuova aggregazione anti-Renzi che il reggiano Maurizio Landini, nonostante i distinguo, sta organizzando per contrastare innanzitutto le “novità” in materia di lavoro.
Il progetto è quello di un gruppo formato da soggetti sociali ma senza leader di partito, una nuova sinistra prima ancora culturale, una “coalizione sociale” capace più di convincere la base che dialogare con i vertici. D’altronde il tema di una nuova sinistra è più che mai attuale; le minoranze anti-Renzi restano ben ancorate nel Pd nonostante si lamentino tutti i giorni, così come Sel (la cui rappresentatività è comunque ancora piuttosto scarsa) la cui opposizione sembra essere più salottiera che di sostanza.
E dopo le bordate del Premier, che aveva sottolineato la difficoltà della Fiom anche negli stabilimenti Fiat, Landini ha subito ribattuto come il suo sindacato vanti comunque 350mila iscritti, “più del Pd e senza fare cene”.