E’ stato lui, Gino De Stefano, a “sistemare” Lucio Dalla per la sua ultima apparizione in televisione. Vale a dire, per quell’ultima serata a Sanremo in cui il grande, il grandissimo Lucio ha ancora cantato (con il suo “pupillo” Pier Davide) per l’Italia.
E ci racconta, con gli occhi umidi, che il grande artista era un uomo alla mano, tranquillo, che amava la professionalità in se’ e negli altri, quelli che lo attorniavano.
“Di dove sei, con queste mani? – la prima battuta che Dalla ha rivolto al parrucchiere fiorentino, che si occupa da diversi anni del Festival di Sanremo e dei capelli e acconciature delle sue dive – mi dai una riguardatina anche a me?”.
“Lo aveva colpito il fatto che avevo “spettinato” con le mani Pier Davide – racconta con un sorriso accennato Gino – ed è stato lì che abbiamo cominciato a scambiare qualche battuta”.
La conoscenza poi che già intercorreva fra Lucio Dalla e il “maestro” di De Stefano Rolando Elisei ha fatto il resto.
Tanto da mettere in essere e rispettare con la pignoleria dell'artista un certo qual “cerimoniale di buon augurio”: prima di andare in scena, Dalla e Pier Davide aspettavano la “ritoccatina” di Gino. Per le serate delle esibizioni, è stata quindi la mano del parrucchiere fiorentino a preparare il grande artista e il suo pupillo.
“La sua passione per la perfezione, per la cura del particolare si vedeva in molti modi – ricorda De Stefano – ad esempio, dal fatto che curava con competenza e assiduità il suo aspetto. Ricordo questo particolare: portava i capelli perfettamente sistemati, ma voleva il ciuffo spettinato”. Un altro particolare: "Era molto attento anche al colore. Dopo avere chiesto un mio parere, mi disse che, passando da Firenze, sarebbe venuto a trovarmi".
Un quadro che trova la sua immagine perfetta in un altro ricordo del parrucchiere: “Una volta, prima di andare in scena, si è fermato in camerino a fumare una sigaretta con me e Pier Davide – racconta – dava almeno all’apparenza un’idea di calma, di tranquillità, di controllo perfetto. Un grande professionista insomma”.
E il suo look “trasandato”?
“Meraviglioso – dice Gino – meraviglioso perchè appariva trasandato ciò che era invece frutto di una cura assidua. Insomma, una cosa posso dirla: era maniacale nei particolari, ma con un tocco di genialità che portava a “disorganizzare” ciò che era perfettamente organizzato. Parlando da parrucchiere, come il suo ciuffo: spettinato, in una testa perfettamente a posto”.