Voto 10: Davide inguaia Golia. L’Iran che non si vergogna di difendere a 6 in linea dietro e che a momenti sbatte fuori il Portogallo. L’egiziano El Hadary che a 45 anni para un rigore. Il Marocco che mette a ferro e fuoco la difesa della Spagna. L’Islanda che neutralizza l’Argentina di Messi. Il Brasile che fatica con la Svizzera. La Corea che manda a casa la Germania. Golia se l’è fatta sotto, Davide si scopre bulletto. Viva le piccole!
Voto 9: Colombia. Ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere: a parte i soliti nomi, i cafeteros hanno messo in campo l’unico regista capace di giocare in verticale, Quintero, uno che abbiamo visto ragazzino nel Pescara e che ci siamo fatti scappare come dei fessi. Riemerso dalle nebbie del campionato argentino, adesso lo segue mezzo mondo. Lasciamo perdere il resto, l’indemoniato Cuadrado, Radamel Falcao in formato El Tigre, un tiratissimo James Rodriguez…
Voto 8: Putin. Ha fatto vincere due partite alla sua Russia, semplicemente terrorizzandoli sugli scenari in caso di brutta figura. Al terzo match si sono liquefatti, ma d’altra parte lo zar non ha poteri sovrannaturali.
Voto 0: Nariko. Il parrucchiere personale di Neymar gli ha acconciato una spaghettata in testa per la partita d’esordio, salvo accorciargli man mano il taglio con il proseguir delle partite. Orrenda l’estetica ma almeno ha la consolazione di non aver creato la cosa peggiore che orbita dalle parti della scatola cranica di Ney, fumoso e chiaramente sull’orlo di una crisi di nervi.
Voto 7: El Hadary. Ciao ho 45 anni, gioco al mondiale e paro un rigore a Cristiano Ronaldo. Gli consigliamo di fare due chiacchiere con Boranga per i prossimi 45 anni di carriera.
Voto 1: Sanpaoli, Mascherano, Mercado e Meza (0,25 ciascuno). Il Ct dell’Argentina non ci ha palesemente capito una fava, lasciando a casa Icardi e portandosi dietro due sovrastimati come Meza e Mercado, emblemi di un calcio che ultimamente fa fatica a produrre giovani talenti. Strabocciato anche Mascherano, che sembra il Baresi dell’ultimo anno di carriera: falli gratuiti, litigate con gli arbitri e pasticci in serie.
Voto 6: Iniesta. Nella Spagna applausi per Isco, ma don Andres è ancora condizionante, nel bene e nel male. Quando si spegne lui, la Spagna sembra una squadra normale, pur con diversi giocatori fortissimi (male dietro Pique e Ramos).
Voto 2: Germania. La caduta degli dei, pure un po’ tronfi, scatena ironie becere in terra italica. Spompati, noiosi e senza un attaccante in forma (tanto da ripescare nonno Gomez), con un paio di turchi che non vedono l’ora di giocare per Erdogan, la squadra tedesca ha smentito tutte le narrazioni che giravano sul suo conto.
Voto 3: Svezia. Ma come /1, ha eliminato la Germania, saranno uno squadrone. No, sono imbarazzanti. E non abbiamo scuse, né noi intesi come italiani né loro intesi come tedeschi. Poi magari vincono il mondiale: Ibrahimovic dal suo ritiro dorato di Los Angeles, a forza di sfotterli li ha pompati. La Danimarca nel 92 aveva un solo fuoriclasse, Michael Laudrup, che si autoescluse dalla squadra dell’europeo. Sappiamo come è finita.
Voto 5: il Var. Ma come/2, ha ridotto gli errori degli arbitri. I quali però se non vogliono vedere un rigore continuano a non vederlo. Uno gigantesco in Germania Svezia a favore degli svedesi; uno enorme non dato a Kane nella partita d’esordio dell’Inghilterra; un altro che rischiava di essere decisivo non accordato a Pavon dell’Argentina nella partita contro l’Islanda. Al di là della retorica, la strada è ancora lunga.