Romanzo di Valerio Varesi
Edizioni Ambiente, collana Verdenero
“Da quando Saimir era al di là del mare, lei (la madre) guardava sempre più spesso la televisione italiana.
Si illudeva che con tante telecamere in giro, una potesse inquadrare anche casualmente suo figlio. Così non mancava mai il telegiornale delle otto e gli altri notiziari delle reti private. Anche quella sera accese la
televisione, ma non trasmisero niente che riguardasse suo figlio.”
Saimir ha 17 anni. E’ appena arrivato dall’Albania e vive clandestino in Italia.
Lavora in nero come muratore ed un giorno, picconando la parete sbagliata, provoca il crollo del palazzo in cantiere rimanendo sepolto dalle macerie.
Le conseguenze dell’incidente descrivono uno scorcio del mondo del lavoro nei cantieri edili: i giri di denaro, le morti bianche, la disperazione di chi clandestino arriva in Italia pieno di speranze e la madre di Saimir che (come tutte le mamme di questi figli) dall’altra parte dell’Adriatico, non ha notizie e continua quindi a sognare la sua fortuna.
Considerando che l’autore Valerio Varesi ha origini parmensi e vive in territorio emiliano, il libro non può che essere sentito come un’importante denuncia di una delle piaghe più rilevanti del nostro territorio.