Il Paese delle tasseUn caffè al mese? No, il prezzo dell’Rc Auto è una vergogna

La denuncia della Cna: “E’ allarme sociale”

Qualcuno in Provincia, per giustificare l’aumento dell’aliquota sull’Rc Auto, aveva avuto la faccia tosta di dire che si tratta pur sempre del costo di un caffè al mese. La verità è che il caffè si va ad aggiungere a tariffe già vergognosamente care delle assicurazioni auto. Si tratta di una vera e propria tagliola che pesa sulle tasche dei cittadini. Una denuncia durissima giunge  dall’Agenzia Garante del Mercato e della Concorrenza (AGCM), nell’audizione alla X Commissione del Senato,  ha denunciato – per l’ennesima volta – la mancanza assoluta di concorrenza nel mercato RC auto, che è la vera colpevole delle stratosferiche tariffe assicurative che si pagano nel nostro Paese. Mancanza di concorrenza aggravata dall’aumento delle tasse imposte dagli enti locali per fare cassa.

“Questa situazione ha ormai assunto la dimensione di un allarme sociale – spiega Livio Carbognani, vice presidente di Cna- Servizi alla Comunità, unendosi al coro nazionale di proteste – le famiglie italiane non ne possono più di pagare il doppio rispetto alla media europea (400 euro per polizza a fronte di 200), oltretutto nella situazione economica generale in cui versa il nostro Paese dove le famiglie non sanno più come arrivare a fine mese. E il Governo che fa? Anche su questo specifico punto non prende provvedimenti”.

Le tariffe assicurative nel giro di pochi mesi sono aumentate fino al 25 % per le auto e fino al 35% per le moto, così scatta la protesta nazionale. “L’Ania dice che e’ colpa delle truffe – spiega  Mario Turco, responsabile nazionale di Cna Autoriparazione – si tratta di una colossale presa in giro che solo con  la protervia e la faccia tosta delle assicurazioni si possono sostenere: in Italia le frodi (fenomeno da combattere ovviamente) rappresentano mediamente  solo il 2% dei sinistri, in Inghilterra  il 4%, eppure nel Regno Unito le tariffe RC auto sono mediamente la metà  rispetto alle nostre. Negli altri Paesi della UE la situazione è analoga a quella descritta”.
”Ania – continua Turco – deve smetterla di raccontare bugie, e il Governo deve smetterla di credere solo alle Assicurazioni e cominciare a considerare anche quello che hanno da dire e proporre gli altri attori del mercato, vale a dire le associazioni dei consumatori e le associazioni degli autoriparatori. La prima cosa che sostengono questi altri attori (noi compresi), a proposito della concorrenza, è quella di stabilire al più presto nel nostro ordinamento il principio della “libera scelta del consumatore”. Sembra ovvio, ma così non è nel nostro Paese.  In questo caso si tratta della libertà di scegliere l’autoriparatore di fiducia da parte dell’automobilista, ricercando così la qualità della riparazione e il suo giusto prezzo”.

“Il mercato dell’ RC auto – conclude Carbognani rincarando la dose – che non ha risolto le sue storture nemmeno con l’introduzione del risarcimento diretto (come volevano farci credere le assicurazioni che sono state smentite puntualmente dai fatti e dai numeri) è sempre di più  un mercato senza regole. E quando un mercato è governato da un oligopolio, la politica e il Governo hanno il dovere di intervenire per ripristinare l’equilibrio e l’interesse generale in quel mercato”.

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