Alla fine l’intesa di massima sul futuro della nuova Edipower è stata raggiunta, anche se le trattative proseguono perché ci sono ancora molti dettagli da definire. A dare l’annuncio nel tardo pomeriggio di ieri sono stati Giuliano Zuccoli e Roberto Bazzano, presidenti di Iren e A2A. Ad un “accordo soddisfacente” si è arrivati almeno sulla governance del colosso energetico; permangono invece le distanze sul modello di business da applicare, in particolare per quanto riguarda i cosiddetti contratti di tolling, ovvero di fornitura di energia, di Edipower alle due multiutility. Contratti che sarebbero troppo onerosi, soprattutto in una fase di profonda difficoltà del mercato energetico. Su questo fronte si procederà a ulteriori approfondimenti anche in relazione alla rinegoziazione del prestito da 1,1 miliardi.
Sulla governance l’intesa prevederebbe invece soglie qualificanti proporzionali alla rilevanza societaria delle delibere. Iren, che detiene la quota minoritaria (26% contro il 56 di A2A) avrebbe ottenuto il diritto di veto sugli investimenti superiori ai 200 milioni e per operazioni strategiche come gli aumenti di capitale; A2A esprimerà l’ad e manterrà una sostanziale autonomia decisionale. Che sia un “giusto equilibrio” come ha detto Zuccoli o il risultato di un accordo forzato da scadenze imminenti è tutto da verificare. Il nodo più delicato, infatti, non è stato ancora sciolto. E Iren resta l'”anello debole” della catena.
Sul tolling, (in sostanza i contratti di affitto delle centrali Edipower da parte dei soci) la partita non è per niente chiusa. Resta infatti da definire quanto Iren e A2A pagheranno a Edipower per fornire combustibile alle centrali e ricevere in cambio elettricità da vendere sul mercato. Quanto andranno a incidere sui conti di Iren questi contratti? Su questo punto l’utility si gioca il futuro.