Il Museo della Deportazione ora ha una guida in lingua cinese

Prato – Nell”ambito delle celebrazioni organizzate dal Comune di Prato per la Giornata del Ricordo, nel Museo della Deportazione a Figline di Prato, è stata presentata la nuova guida ovvero un catalogo in lingua cinese della Fondazione Museo e Centro di Documentazione della Deportazione e Resistenza: Luoghi della Memoria.
Un testo  in collaborazione con la Regione Toscana, la cui prima edizione è del 2010 con  solo due traduzioni in lingua inglese e tedesca e che oggi, grazie soprattutto all’impegno di una giovanissima traduttrice Isabel Shen, ha una pubblicazione in lingua cinese.

In apertura i saluti di Aurora Castellani, Presidente della Fondazione Museo della Deportazione e Resistenza di Prato, che ha sottolineato l’importante iniziativa di promozione della pubblicazione del catalogo in lingua cinese, per la più ampia diffusione della giornata della memoria,” Condividere la nostra memoria”, ma anche del recupero di  un pezzo di storia che forse in pochi conoscono,l’internamento in Italia, negli anni ’40 di una comunità cinese.

“Con la pubblicazione di questo catalogo”, conclude la Castellani, “termina la settimana che la Fondazione del Museo di Figline  ha dedicato alla storia della memoria in collaborazione con la Regione Toscana,  ha portato i saluti Elena Pianea del Settore Musei,il Comune di Prato, presenti la Presidente del Consiglio Comunale Ilaria Santi e il Vicesindaco Simone Faggi, l’assessorato alla cultura con l’assessore Simone Mangani L’ANED  (associazione nazionale ex deportati) del Presidente Giancarlo Biagini, gli insegnanti e studenti dell’Istituto Dagomari di Prato accompagnati dalla professoressa Cristiana Cecconi, l’istituto pratese con un’alta presenza di alunni cinesi.

“Uno strumento di conoscenza per le generazione a venire”, così lo ha definito Camilla Brunelli della Fondazione del Museo,”in questo luogo della memoria che ricorda i  29 partigiani pratesi che a Figline dettero la propria vita per la libertà, per condividere  insieme  alle nuove generazioni i traumi, le tragedia, la shoah, lo sterminio che la Germania nazista attuò con inaudita ferocia dal 1933 al 1945, con un altissimo prezzo di vite umane in Toscana,in Italia in Europa.”

Le testimonianze, infatti, raccolte all’interno del Museo di Figline evidenziano gli orrori della seconda guerra mondiale, e ne mettono in evidenza la drammatica  storia del ricordo che riguarda non solo Prato ma l’intera regione e popoli diversi che hanno sofferto violenze e discriminazioni.

Uno studio recente, infatti, ha rivelato che da due elenchi ritrovati negli archivi dei Comuni di Tossicia e Isola del Gran Sasso grazie al ricercatore di lingua cinese dell’Università dell’Insubria, Daniele Cologna, (ha accompagnato Terre di Mezzo street magazine alla scoperta di questi fatti), ospite della Fondazione del Museo di Figline e relatore ieri pomeriggio, anche i cinesi in Italia furono internati, e ne ha ricostruito in sala, la storia di due famiglie che vissero al Nord tra Milano e Torino.

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