Hope, “da dove veniamo e dove vogliamo andare?” presente al Museion di Bolzano fino al 25 febbraio 2024, è più di una mostra, rappresenta il terzo e ultimo capitolo di Techno Humanities un progetto di ricerca multidisciplinare triennale di mostre, pubblicazioni e public program. Il lungo esperimento di Museion coinvolge lo staff e le comunità di stakeholder regionali, nella ricerca di risposte a quesiti esistenziali come il significato di cittadinanza globale tra ecologia, tecnologia ed economia.
Curata da Bart van der Heide e Leonie Radine in collaborazione con il musicista, teorico e scrittore DeForrest Brown, Jr. con un gruppo di ricerca internazionale e Gruppo Museion Passage, la mostra collettiva internazionale occupa tutto il museo con opere interdisciplinari di artisti di diverse generazioni e comprende numerosi eventi collaterali.
HOPE, distribuita su 4 piani del museo, invita ad esplorare lo spazio sempre in equilibrio instabile tra reale e immaginario. Il percorso, che inizia dal quarto piano, offre l’opportunità di confronto tra cosmologie artistiche individuali e collettive, oltre una visione antropocentrica del mondo attraverso le installazioni video, le sculture, i costumi, i dipinti e i disegni. Un mix, in un’atmosfera fantascientifica di scienze umane, tecnologia, ecologia ed economia.
Al terzo piano sono presenti opere realizzate usando gli strumenti dell’intelligenza artificiale e della realtà virtuale, creando spazi immersivi tra il virtuale e il reale, la memoria e l’oblio.
Il secondo piano ospita l’archivio del mito afrofuturista Drexciya, oggetto di ricerca techno di DeForrest Brown, Jr. per il suo libro Assembling a Black Counter Culture del 2022. Brown mette in dialogo i dipinti digitali di AbuQadim Haqq con album techno provenienti dalla scena musicale di Detroit, e altre storie sonore. Grazie al dialogo pluriennale tra Brown e Haqq e la collezione di dischi di Dj Veloziped / Walter Garber di Bolzano, per la prima volta è entrata in un museo, questa forma artistica di scrittura della storia e di costruzione del mondo.
Al piano terra un passaggio invita a rapidi viaggi tra punti distanti nello spazio-tempo. In mostra le opere di Almare, Sophia Al-Maria, Ei Arakawa, Trisha Baga, Neïl Beloufa, Black Quantum Futurism, Tony Cokes, Irene Fenara, Michael Fliri, Petrit Halilaj, Matthew Angelo Harrison, AbuQadim Haqq, Andrei Koschmieder, Maggie Lee, Lawrence Lek, Nicola L., Linda Jasmin Mayer, Beatrice Marchi, Bojan Šarčević, Marina Sula, Suzanne Treister, Ilaria Vinci, LuYang, e opere dalla Collezione Museion di Allora & Calzadilla, Shūsaku Arakawa, Ulrike Bernard & Caroline Profanter, Shu Lea Cheang, Tacita Dean, Sonia Leimer, Ana Lupaş e Riccardo Previdi.
L’unione tra le opere della collezione di Museion e nuovi progetti crea un ponte tra la storia passata e il futuro del museo. In collaborazione con Transart, il programma presenta la prima italiana di una performance del coreografo e danzatore Trajal Harrell con l’ensemble della Schauspielhaus di Zurigo, e una mostra dell’artista Thomas Feuerstein, supportata da NOI Techpark.
L’edificio di Museion, nato 15 anni fa, è spesso descritto come un’architettura extraterrestre nel centro di Bolzano. HOPE prende a prestito questa immagine come un mezzo per entrare in un’altra dimensione e trasformarsi in un luogo meraviglioso dove convivono scienza, simulazione e speranza.
Museion
Piazza Piero Siena, 1 – Bolzano
Info: 0471 223413 – info@museion.it – www.museion.it
In foto: AbuQadim Haqq, Museion Wormhole, 2023. Courtesy / © the artist