Prato – Per l’iniziativa della campagna nazionale di promozione della lettura “il Maggio dei libri” organizzata in collaborazione con l’Associazione Amici della Biblioteca Roncioniana, Don Ennio Innocenti ha presentato a Prato nella sala lettura della biblioteca Marco Roncioni in piazza San Francesco, l’XI edizione riveduta e ampliata del libro su Fatima, dal titolo Fatima Roma Mosca, alla vigilia del sessantesimo anniversario della sua ordinazione sacerdotale, avvenuta ad appena sedici anni.
Scrittore, professore di religione, insegnante di storia e filosofia per diversi anni nelle scuole superiori, di teologia fondamentale ed ecumenismo, di filosofia sistematica e questioni di filosofia contemporanea nell’Istituto di don Orione, affiliato alla Pontificia Università Lateranense, diviene nel 1984 membro del presbiterio della Patriarcale Basilica Vaticana. Conosciuto al grande pubblico per la famosissima rubrica radiofonica “Ascolta si fa sera” di cui è stato tra i primi collaboratori è anche l’animatore di vari circoli culturali cattolici.
Il suo libro nasce dalla consapevolezza che il messaggio della Madonna di Fatima ai tre pastorelli alla Cova da Iria, e in special modo a Lucia, indichi la Russia, per la crisi mondiale che attanaglia l’economia, il paese destinato ad avere un ruolo sempre più determinante per i destini di pace nel mondo.
Al Vaticano e ai suoi vertici don Ennio Innocenti imputa la non obbedienza ai voleri espressi nelle sei apparizioni di Fatima, avvenute dal 13 maggio al 13 ottobre, (tranne il 13 del mese di agosto perché i bambini furono tradotti a loro insaputa in carcere, ma l’apparizione avvenne ugualmente qualche giorno dopo), che ebbero delle postille nel 1925 con delle apparizioni private a Suor Lucia, in cui la Madonna rivelò la devozione dei 5 Sabati del mese e ulteriori apparizioni in particolare quella del 1931 in cui la Vergine si presentò con Gesù che ammonì la Chiesa che se non avesse adempiuto ufficialmente a quanto richiesto da sua Madre nella apparizione del 13 luglio del 1917, ovvero la consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria, i dignitari vaticani avrebbero fatto la stessa tragica fine del Re di Francia Luigi XVI, che per non aver ottemperato ai voleri del Cielo mori ghigliottinato.
Non avviene a caso che la non obbedienza alla Signora di Fatima, ha come conseguenza lo scatenarsi in Russia di tutta una serie di lunghissime persecuzioni, cominciate con la rivoluzione d’ottobre e che sono diminuite mano a mano che Roma con i suoi Vescovi aderiscono, anche se con tiepidezza all’invito espresso dalla Madonna del 13 luglio del 1917. Dopo l’attentato al Papa, avvenuto nel 1981, negli anni successivi avvengono con il Papa polacco, delle manifestazioni pubbliche con messe solenni, di affidamento del popolo russo alla Madonna di Fatima, ma è con Papa Francesco, la chiara e inequivocabile obbedienza al messaggio di Fatima.
E in effetti, Putin, nel suo ultimo viaggio a Roma in Vaticano lo scorso novembre, consegnando al Papa l’icona della Madonna di Vladimiri, venerata dal popolo russo perché simbolo della rinascita sovietica, che entrambi hanno baciato, anche se l’atto di devozione a Maria parti dal presidente Putin, dimostra al mondo intero la palese fede cristiana del capo di Stato russo, dunque la sua conversione, e conseguentemente il possibile ruolo avanguardista della Russia ascoltatrice sensibile alle nuove istanze cristiane nella sua compagine sociale, nel confronto con la Roma dei Papi, e gli altri Stati del mondo per il raggiungimento della pace.
Patrizia Scotto di Santolo