Firenze – E’ stato inaugurato nel pomeriggio di oggi a Firenze il Memoriale delle Deportazioni. Il nuovo centro museale si caratterizza come polo per la Memoria dell’orrore delle deportazioni nazifasciste. E restituisce alla pubblica fruibilità il Memoriale degli Italiani ad Auschwitz, l’opera voluta dall’Aned (Associazione nazionale ex Deportati) allestita fino ad alcuni anni fa nell’ex campo di sterminio e poi giunta in Toscana, su forte spinta della Regione e del Comune di Firenze, nel febbraio 2016. Per l’inaugurazione è stata scelta una data emblematica, l’80° anniversario della caduta della dittatura fascista.
Sorge all’interno dell’ex centro di arte contemporanea del Comune di Firenze nel quartiere di Gavinana, in viale Giannotti/piazza Bartali. Ha conosciuto negli ultimi mesi una profonda rifunzionalizzazione degli spazi per valorizzare al meglio il Memoriale degli Italiani, una delle opere simbolo delle pagine più drammatiche del Novecento.
Alla rinascita del Memoriale degli Italiani e al nuovo Memoriale delle Deportazioni hanno lavorato con un grande lavoro di squadra Regione Toscana, Comune di Firenze, il Comune di Prato, l’Aned, la Fondazione Museo della Deportazione e della Resistenza a cui verrà affidata la gestione e la valorizzazione del Memoriale degli italiani.
All’inaugurazione odierna sono intervenuti il presidente della Regione Eugenio Giani, l’assessora alla cultura della Memoria Alessandra Nardini e Ugo Caffaz, consigliere per le politiche per la Memoria dell’assessora Nardini; il sindaco di Firenze Dario Nardella e l’assessora alla Memoria Maria Federica Giuliani; il sindaco di Prato Matteo Biffoni e l’assessore alla cultura Simone Mangani. Hanno preso la parola anche il presidente nazionale di Aned Dario Venegoni. Aurora Castellani presidente della Fondazione Museo della Deportazione e della Resistenza, e il presidente della Comunità Ebraica di Firenze Enrico Fink.
Per il presidente Giani, “Questo è un giorno storico e il Memoriale trova la sua collocazione più idonea. Siamo giunti fin qui grazie a un lavoro strettissimo con le istituzioni e con le realtà associative che sono punto di riferimento per la politica della Memoria in cui tanto crediamo. Oggi questi spazi pensati inizialmente per l’arte contemporanea si trasformano in qualcosa di contemporaneo, con la loro capacità di trasmettere qualcosa ai nostri giovani, nel voler trasmettere il nostro patrimonio di valori, nel voler dare attualità a quello che deve essere il messaggio che contro ogni negazionismo. Siamo orgogliosi di aver investito in questo luogo significative risorse regionali, perché questo dà il senso”.
“Oggi ritorniamo nella sede rinnovata e ampliata del Memoriale e portiamo il sentimento di gratitudine di tutta la comunità fiorentina, medaglia d’oro della Resistenza – ha sottolineato il sindaco di Firenze Dario Nardella -. Questo luogo nasce da una scommessa non scontata: se non fosse stato per la determinazione di tutti i soggetti coinvolti il Memoriale sarebbe andato distrutto quando il governo polacco aveva deciso di smantellarlo e noi avremmo perso per sempre un pezzo di memoria collettiva e anche di arte. Compito nostro, ora che moltissimi dei testimoni di allora non ci sono più e non possono più raccontare con la loro viva voce i fatti così terribili che accaddero durante la guerra, è preservare memoria e continuare a raccontarla e ricordarla in loro nome, perché quelle barbarie non tornino più”.
“Siamo orgogliosi di aver fatto il nostro lavoro di amministratori, ovvero coltivare la memoria – ha dichiarato il sindaco di Prato Matteo Biffoni –. Da cittadino sono contento che sia stato portato qui in Toscana uno dei monumenti simbolo di una delle pagine più drammatiche della nostra storia. E da sindaco di Prato sono particolarmente fiero che a gestire questo luogo sia il Museo della Deportazione di Prato che su questi temi ha fatto un lavoro egregio. Questo è un luogo di pace sul quale costruire un pezzo di futuro del nostro Paese”.