Firenze – Domani 16 giugno la protesta riprenderà la scena del Maggio, con l’occupazione simbolica (11-13) sottoscritta dalle 4 sigle sindacali Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom, Fials nel corso della quale si terrà un incontro con la stampa.
La protesta si svolge contro gli effetti della L.160/2016 e la destrutturazione delle Fondazioni lirico sinfoniche; la legge infatti, secondo quanto spiegato in nota, non fa che indicare, come soluzione della crisi debitoria che interessa da tempo le Fondazioni Liriche, dovuta principalmente alla “progressiva riduzione delle risorse pubbliche”, il taglio del costo del lavoro.
Un rimedio, proseguono i sindacati, “che ha comportato la perdita di posti di lavoro e la riduzione degli stipendi dei lavoratori. Abbiamo perso così i corpi di ballo, esternalizzato servizi, aumentato la precarietà”.
Ma non è tutto. Infatti, si spiega nella nota, “ora, mentre il Parlamento definisce una nuova legge per lo spettacolo, pur giudicando positivamente la previsione di stralciare il debito delle Fondazioni che abbiamo letto sui quotidiani, non possiamo che esprimere la nostra preoccupazione nel leggere che contemporaneamente si manifesta l’intenzione di mantenere le disposizioni della legge 160/2016, in particolare la possibilità di declassare le Fondazioni Liriche, che non saranno in equilibrio finanziario, a teatri di tradizioni. Nulla si dice sulle risorse e sulla governance di questi teatri. Il declassamento di una Fondazione Lirica a Teatro di Tradizione non potrà garantire il livello qualitativo offerto. La riduzione delle risorse conseguente, oltre che sulla produzione si abbatterà sui lavoratori. Non sarà possibile mantenere il modello della Fondazione Lirica, basato sulla stabilità”.
“Noi chiediamo invece di discutere una vera riforma delle Fondazioni Liriche, che abbia come base la garanzia delle risorse necessarie in ambito pluriennale, con un forte coordinamento di quelle nazionali e locali. E’ infatti necessario stabilire, oltre che l’incremento del FUS, anche la quota spettante alle istituzioni locali che deve essere garantita anche nei tempi di effettivo pagamento. Va garantita anche una governance maggiormente trasparente e una miglior vigilanza da parte del Ministero”.
“E’ necessario – conclude la nota – rilanciare il ruolo della lirica nell’ambito musicale, per tornare ad essere un Paese che attrae le eccellenze e bloccare l’attuale fuga degli artisti. Va ricordato che le attuali retribuzioni degli artisti non sono al livello di quelle europee. Esprimiamo contrarietà all’intenzione di separare le Fondazioni Liriche dai restanti soggetti che hanno accesso al FUS. Ricordiamo che le Fondazioni Lirico Sinfoniche sono solo 14, e non coprono equamente il territorio nazionale”.