Firenze – L’assessore Tommaso Sacchi (foto), il direttore del Museo Novecento Sergio Risaliti insieme con l’architetto Piero Micheli curatore della mostra dell’ artista negli anni 70 e il direttore del British Museum, hanno presentato la nuova collocazione dell’opera di Henry Moore “Soldato con scudo “esposto nella sala Leone X di Palazzo Vecchio.
All’indomani della grande mostra organizzata al Forte di Belvedere nel 1972, Henry Moore decise di donare un’opera alla città di Firenze: la scultura in bronzo Guerriero con scudo (Warrior with Shield), realizzata per la prima volta nel 1953-54 e poi presentata proprio in occasione della celebre retrospettiva fiorentina.
L’opera avrebbe dovuto essere collocata nella Loggia di Saturno, in Palazzo Vecchio, ma per una serie interminabile di vicissitudini non ci arrivò mai. L’artista ne chiese la restituzione e il Guerriero rientrò in Inghilterra. Solo negli anni Ottanta, grazie a una ripresa del confronto con gli eredi di Moore e all’interessamento del British Institute of Florence, cui l’opera venne donata per volere della famiglia dell’artista, il bronzo ritornò finalmente a Firenze. In seguito all’accordo fra l’amministrazione comunale fiorentina e lo stesso British Institute, venne raggiunta la formula del comodato d’uso a lungo termine e si scelse di collocare il bronzo nel primo chiostro del complesso monumentale di Santa Croce, dove, fino ad oggi, è stato conservato.
Oggi, a cinquant’anni dalla mostra che la portò qui per la prima volta, la scultura ritorna ‘a casa’ e dal 18 maggio 2021 al 9 gennaio 2022 sarà esposta in Palazzo Vecchio, nella Sala Leone X, una delle sale di maggior rappresentanza, sottostante proprio quella Terrazza di Saturno che rappresentava il palcoscenico sognato da Moore per il suo Guerriero.
La mostra, a cura di Sergio Risaliti, direttore artistico del Museo Novecento, è promossa dal Comune di Firenze, organizzata da MUS.E e nasce in collaborazione con il British Institute of Florence e Opera di Santa Croce.
Oggi il Guerriero torna finalmente in Palazzo Vecchio, in una delle Sale monumentali di maggiore rappresentanza del Palazzo. L’opera combina in sé l’influenza della statuaria classica e l’attenta osservazione delle forme naturali, rivelando la molteplicità di interessi dell’artista. Circondata dai pregevoli affreschi della Sala di Leone X, la figura di questo giovane mutilato ci sprona a resistere di fronte alle battaglie della storia e della quotidianità, mostrandosi in tutta la sua immobile e precaria fierezza.
Foto: Enrico Ramerini