Il Gruppo Spini si divide sul Piano Strutturale

La polemica, seppure garbata, seppure sotto traccia, seppure, vista anche la personalità dei soggetti, tenuta nei ranghi di una gentilezza fredda ma squisita, c’è.
Fra Valdo Spini, politico di lungo corso e di fama integerrima, e Tommaso Grassi, giovanissimo e battagliero rampollo dei Verdi che con Spini dà vita al gruppo Spini per Firenze presente in consiglio comunale, corre una contenuta ma non per questo meno virulenta guerriglia.
L’apice di questo “malumore”, che poi deriva da impianti culturali e tradizioni politiche diverse, per certi punti antitetiche, è stato raggiunto nel momento del voto al Piano Strutturale.
Non del tutto convinto, per certi aspetti critico, l’atteggiamento di Valdo Spini è sfociato in un voto favorevole offerto come puntello per legittimare in seguito richiami puntuali all’amministrazione nel tenere fede a ciò che è stato promesso e sottoscritto; apertamente contrario, con punte di sarcasmo assai spinto nei riguardi dell’ormai famoso slogan “volumi zero” su cui Renzi ha impiantato tutto il suo sforzo pubblicitario nel “rivendere” il PS ai media e allo stesso Consiglio, Tommaso Grassi, che coerentemente al momento del voto ha detto no.
Due posizioni che nonostante il fair play di entrambi gli esponenti politici rischiano di pesare molto sul futuro del gruppo, come del resto si intravede nella posizione con cui Grassi dà conto della sua scelta. Infatti, al di là delle motivazioni molto concrete cui appoggia il suo deciso “no”, il Verde conclude: "Porto grande rispetto naturalmente per scelte diverse, come il voto favorevole dato da Valdo Spini, mio compagno di gruppo, e gli riconfermo la mia stima personale. Personalmente ritengo però che sia necessario, e ora più che mai importante, mantenere e far crescere in città un'area civica, di sinistra, ecologista, che si ponga come fortemente alternativa, nei metodi, nei linguaggi e nei contenuti, al Governo renziano. Un Governo ambiguo nei suoi rapporti politici col centrodestra e con Berlusconi, in continuo conflitto con la coalizione di centrosinistra a tutti i livelli, anche su questioni che hanno a che vedere con valori storici e fondanti, come ad esempio i diritti del lavoro. Per questi motivi mi consulterò a breve con le forze della coalizione nella quale sono stato eletto, per decidere come proseguire il percorso".
Una consultazione che prevede qualcosa di più di un semplice confronto? Gli elementi per pensarlo ci sono. E, a voler essere cattivi, si fanno sempre più insistenti le voci che indicano nella “malleabilità” di Spini nei confronti del “governo renziano” un’apertura di credito per un’eventuale presidenza del consiglio al posto di Eugenio Giani dato in partenza. Non più che voci, ovviamente, ma che danno la misura di quale grado di veleno si respiri nel Palazzo.

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