Venghino, signori venghino…dimenticate i burocrati dell’apparato, i grigi funzionari di partito. Sul palco di FestaReggio c’è Matteo Renzi, il grande rotta-mattatore. E la gente è venuta. Eccome se è venuta. C’è chi dice cinquemila, chi settemila. Di sicuro c’era una folla da concerto, tanto che qualcuno si è messo a sradicare panche pur di godersi lo spettacolo seduto. E lui non ha deluso le attese del popolo Pd, facendosi pure perdonare il ritardo di quasi un’ora (nel pomeriggio è intervenuto a Forlì).
Renzi ha ipnotizzato la platea con uno show che nemmeno la direttrice del Tg3 Bianca Berlinguer è riuscita ad anestetizzare con una serie di domande al bromuro. Non che il sindaco di Firenze abbia detto granchè nella sostanza, anzi. Ma rispetto alla colta pacatezza di Cuperlo e all’oratoria vetero-sindacale di Epifani, la retorica di Renzi cattura e ammalia. Il rottamatore tiene banco per quasi due ore, dialoga con il pubblico, indica l’orizzonte con il piglio del condottiero.
Dalle larghe intese (” se il governo fa le cose è apprezzato dai cittadini, se punta a durare, dura un minuto”) alla legge elettorale (” abbiamo bisogno di una legge come quella che serve ad eleggere i sindaci che tu, spogliate le schede, sai il risultato”), passando per l’Imu (“non risolve il problema degli italiani perché bisogna modificare il rapporto fra fisco e cittadino e fra fisco e impresa”), Renzi sembra avere la risposta pronta ad ogni quesito. Ma alla domanda sulla sua candidatura alla segreteria, lui nicchia. A più riprese la Berlinguer prova a cavargli le fatidiche parole di bocca, ma lui evita di rispondere con eleganza, spostando sempre il tiro. Anche se è evidente che è della partita.
Quando non entra nel merito delle questioni – Imu e Iva purtroppo sono problemi assai concreti e uno che fa il sindaco dovrebbe saperlo bene – si lascia andare ad una retorica obamiana: “L’Italia è un grande Paese. Noi non possiamo continuare a vivere nella paura”, e ancora: “Questo è un Paese che sta abbassando il confine dei sogni”.
Già, i sogni. C’è chi si chiede perché ogni volta vengono migliaia di persone ad ascoltare Renzi. Più che sogni, gli elettori del Pd ultimamente hanno vissuto degli incubi veri. E se c’è qualcuno che indica un orizzonte oltre le miserie del presente e fa assaporare il profumo della vittoria non può che trovare orecchie aperte e cuori spalancati. Anche se siamo a fine mese.