“Il Giardino Incantato” è il titolo della mostra allestita a Palazzo Te di Mantova che ospita, fino al 6 giugno prossimo, opere di Ai Weiwei, Meng Huang e Li Zhanyang. Nel contesto classico del palazzo, progettato da Giulio Romano, si inseriscono opere estremamente contemporanee che stimolano a riflettere su analogie e differenze tra mondi distanti ed apparentemente contrastanti.
Ai Weiwei, artista, scultore, architetto e blogger cinese, è attualmente agli arresti domiciliari per volere del governo cinese. La sua abilità è perciò dimostrata dalla grande sensibilità nell’inserire con efficacia le sue opere, senza avere avuto la possibilità di accedere alle sale del palazzo. Il lavoro dell’autore si sviluppa a partire da riflessioni sull’epoca rinascimentale e attraverso la creazione di parallelismi con la società contemporanea. Il cavallo è ripetutamente usato dall’artista come simbolo di forza, ma allo stesso tempo profanato con l’uso di vernice per auto, allusione all’omologazione e sottomissione al potere. Il rapporto con l’autorità è da sempre fulcro della ricerca di Ai Weiwei. Le sue sono opere di denuncia, hanno lo scopo di condannare l’insensibilità dell’autorità di fronte alla condizione umana. E’ un aspetto questo, trattato in altre opere presentate, che suggeriscono riflessioni interessanti e colgono aspetti sociali irrisolti e importanti.
Tra gli altri artisti in mostra, Meng Huang, analogamente dimostra un atteggiamento contestatore nei confronti del potere. Attraverso l’uso del colore emergono temi come l’ingiustizia e la sottomissione. Li Zhangyang, infine, compie una ricerca attraverso rappresentazioni artistiche legate alla società contemporanea, evidenziandovi una generale mancanza di valori e la perdita di spiritualità che porta all’esasperazione dei vizi e al soddisfacimento delle pulsioni.
La mostra risulta un efficace connubio tra classico e contemporaneo, rivelando continuità o contrasti tra periodi storici lontani e dimostrando la possibilità di un dialogo attraverso l’uso del medesimo linguaggio, quello artistico.
Anna Vittoria Zuliani