Il filo rossobruno che lega i manifesti filo-russi ai niet alla von der Leyen

Un misto di populismo di destra e sinistra condito di no-vax

Reggio Emilia – Che c’entrano i terrificanti manifesti finto-irenisti, accatto-pacifisti recentemente comparsi ahinoi pure a Reggio Emilia (quelli che ti invitano ad essere “amici dei Russi”, ergo nemici degli Ucraini visto che i due Stati sono in guerra) con lo schieramento radical-naif che all’Europarlamento ha cercato inutilmente di mettere i bastoni tra le ruote alla rielezione della von der Leyen? C’entrano eccome.

Che la sinistra estrema e la destra destra abbiano pressoché le stesse idee in politica estera, comprovato dai fatti, e le rispettive posizioni siano sovrapponibili fino a combaciare specie in caso di conflitto tra le parti, è concetto che anche noi, nel nostro piccolo, presentiamo e documentiamo da tempo. Per loro purtroppo l’atavico mancato aggiornamento delle lancette della storia, combinato al flusso continuo della disinformatia (soprattutto ma non solo moscovita) praticato sul web, su quell’humus ormai trentennale dell’anti-globalizzazione, prepara un cocktail micidiale di progressivo avvelenamento della democrazia che farebbe comodo ad uno dei famigerati banchetti cui ti invitavano i Borgia quando volevano eliminarti.

Russia insanguinata – manifesto filorusso in via Inghilterra a Reggio, che ignoti hanno imbrattato, o meglio completato, con vernice rossa simil sangue

Dopo anni che la meniamo, pare che anche dalle nostre parti qualcuno, non tutti naturalmente, se ne stia accorgendo. Ad esempio se n’è accorto il sindaco Marco Massari. Che si è giustamente incavolato di brutto anche perché, lui che verrà pure dalla Fgci ma è anche un uomo di scienza, quando ha visto che i deliranti cartelloni associavano posizioni filoputiniane e nogreenpass, ha perso per un attimo il suo aplomb e non ci ha girato troppo intorno nelle critiche. Basti pensare che tra i più convinti sostenitori dei manifesti filo-russi , c’è anche il consigliere comunale di Correggio Andrea Nanetti, espulso da Fratelli d’Italia per le sue posizioni pro-Putin.

Più o meno lo stesso mix antimodernista e con qualche serio problema di tenuta democratica su più di una questione dicevamo, va a braccetto diviso per colpire unito in Europa. Sinistra italiana (anche Ilaria Salis e Mimmo Lucano sono ad esempio contro la von der Leyen) e M5S si preparano così a lanciare una nuova campagna contro il “militarismo della Nato” (mentre Putin bombarda gli ospedali pediatrici in Ucraina facendo strage di bambini ed infermiere) votando con questa esplicita motivazione. Ora tutti questi gentiluomini e gentildonne nutrono speranza in Trump e negli ulteriori erigendi muri di confine per sorreggere le loro finalità “di pace”.

16 anno di galera per spionaggio (alla maniera dei tribunali putiniani, cioè senza prove) per Evan Gershkovich. Per lui nessuna mobilitazione né richiesta di cittadinanza onoraria dai vari campioni per i diritti umani locali tipo Cosimo Pederzoli e Dario De Lucia, divisi alle elezioni ma uniti nel reclamare a gran voce nei mesi scorsi la liberazione di Assange (poi reo confesso). D’altro canto Gershkovich lavora per un giornale biecamente al servizio dell’orrido capitalismo liberaldemocratico come il Wall Street Journal…quindi cazzi suoi

Già quella cattivona della Nato dove vengono calpestati sistematicamente tutti i diritti civili ma dove, chissà poi quale sarà la spinta autolesionista che li muove, tutti i Paesi liberi attorno a Mosca vorrebbero entrare a piedi pari dall’oggi al domani. Mentre il martire Navalny giace sottoterra, ammazzato nelle prigioni siberiane, e il cittadino onorario di Reggio Emilia Assange, reo-confesso di una parte di reati che gli venivano contestati, è un libero cittadino, da Mosca ci arriva un’altra notizia che rassicura gli organismi democratici sulla volontà civile di Putin e del suo staff (mentre i telegiornali di regime, gli unici ammessi a trasmettere, all’ora di cena quando la famiglia è riunita, mostrano con quale facilità si possano distruggere le capitali occidentali europee a suon di missili): il giornalista americano del Wall Street Jourrnal , Ewan Gershkovich è stato condannato a 16 anni di prigione per spionaggio, da scontare in una colonia penale di massima sicurezza. Per il mondo democratico trattasi di “ostaggio politico”. Attendiamo gli attivisti così solerti con Assange, a dire la loro anche su questo caso. Silenzio assordante, dite?

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