Il fenomeno Peccioli, Borgo dei Borghi grazie a una discarica innovativa

Mix di arte, paesaggio ed efficiente gestione dell’impianto per i rifiuti

In moto, in auto, in pullman. Valanghe di visitatori, dai singoli alle coppie, ai gruppi di amici, a intere famiglie dai nonni ai bambini, dai giovani ai vecchi. Sono arrivati con ogni mezzo possibile per l’week end del 25 aprile ad ammirare la meraviglia cresciuta sui rifiuti. L’ultima e più estesa manifestazione di un fenomeno in continua crescita che già aveva generato una serie di processioni nei fine settimana, da quando  Peccioli, il  paese toscano di 4.800 anime nel cuore dell’ondulata e verde Valdera in provincia di Pisa, è diventato dal 31 marzo Borgo dei Borghi 2024. Il primo e unico paese toscano a vincere il concorso di Rai Cultura che ogni anno fa scoprire al pubblico televisivo una delle tante piccole oasi di bellezza di cui è ricca l’Italia. Dopodiché la fama si è diffusa non fosse altro per la sorprendente diversità dell’ultimo vincitore tra le tante piccole meraviglie che abitano in Italia.

Abbiamo detto che la fortuna di Peccioli  è nata dai rifiuti perché il peculiare  modello della sua discarica di Legoli ha permesso al paese di trasformare in oro per il territorio le plusvalenze da 5 o 6 milioni l’anno prodotte dall’impianto “gestito in modo efficiente, sostenibile e intelligente”, come sottolinea il sindaco Renzo Macelloni, in carica dal 1988 a oggi salvo un’interruzione, e che alle amministrative di giugno si presenta per il terzo mandato, dopo lo sdoganamento del tris. Negli anni ‘90 la discarica stava per chiudere e accapigliarsi con il percolato da bonificare e  invece rilanciò ingrandendosi per accogliere i rifiuti di tutta la regione allora in emergenza, gestita dalla Belvedere spa, “l’unica pubblic company italiana, partecipata dal Comune e 850 piccoli azionisti locali”,  dice il sindaco.  Adesso di rifiuti ne smaltisce 300 tonnellate l’anno.

Così, anche se di borghi italiani che vantano campanili, origini antiche, bei palazzi e glorie storiche se ne sprecano, nessuno come il Borgo dei Borghi 2024 può offrire quel mix di arte e storia antiche intrecciate a capolavori della contemporaneità e iniziative culturali che costituisce  la singolarità del piccolo borgo toscano di origine medievale sorto ai piedi di una rocca di epoca longobarda.  Il tutto, tramite gli utili della discarica, sottolinea Macelloni.

“Dai diamanti non nasce niente dal letame nascono i fior”, cantava D’Andre’. Ecco Peccioli. Pur tuttavia aprendo una contraddizione con il movimento Zero Waste (Rifiuti Zero) che punta esclusivamente al riuso e riutilizzo degli scarti, secondo i dettami dell’economia circolare: evitando del tutto non solo gli inceneritori ma anche le discariche, e richiamandosi al dettato dell’Europa di ridurre entro il 2035 gli scarti al solo 10 per cento dei rifiuti prodotti. A Rifiuti Zero il sindaco risponde: “Non sono certo io a creare il problema, sono piuttosto colui che lo risolve. D’accordo con le buone pratiche ma non spettano a me, a me spetta risolvere il problema di quanti rifiuti ancora restano per ora da smaltire evitando quella che altrimenti sarebbe un’emergenza. Il tutto comunque attrezzando via via la discarica con i più moderni impianti di separazione, dopo la raccolta differenziata, tra un’ulteriore frazione riutilizzabile e quanto invece finisce in discarica. Se nel 2035 le buone pratiche avranno centrato l’obiettivo, noi ci attrezzeremo con impianti ancora più innovativi che si spera siano sul campo in quel  momento per riutilizzare il riutilizzabile e mandare in discarica solo il 10 per cento di rifiuti ammesso dall’Europa”.

Sulla polemica torneremo  in seguito. Intanto vediamo cosa sta accadendo a Peccioli. Ovvero allo stupefacente successo dell’ ultimo Borgo dei Borghi, evidentemente dovuto alla singolare convivenza tra antico e moderno, tra storia, tradizione, natura, paesaggio e arte contemporanea. “La prima domenica dopo la nomina di Borgo dei Borghi ci siamo impauriti. Una valanga di 800 persone. È vero che già prima della vicenda televisiva, avevamo molti visitatori in virtù della nostra storia, della bellezza del posto e delle tante iniziative che ci hanno portato negli anni a mettere insieme 80 importanti opere d’arte contemporanee in un museo diffuso all’aria aperta, come il Macca, e a diventare un centro di iniziative culturali:  una vera singolarità specie per un paesino arroccato nel verde delle colline come il nostro. Ma un assalto del genere ci ha trovati la prima volta impreparati”, confessa Macelloni.

Un successo superiore a quelli degli altri Borghi dei Borghi, descrive il sindaco.    “Ci siamo messi in contatto con alcuni di questi – spiega  – scoprendo che avevano avuto anch’essi una crescita di visitatori, ma del 20 o 30%  che è già tanto ma che di fronte all’invasione di Peccioli  è niente”. La paura ha avuto però il fiato corto.“Subito dopo lo stupore e la preoccupazione, abbiamo detto: organizziamoci”, racconta Macelloni.  Con la solita attitudine di Peccioli a fare della necessità virtù e rovesciare le difficoltà in opportunità, come il trasformarsi da smaltitore di rifiuti in piccola capitale italiana di arte contemporanea diffusa e inserita nel contesto storico. Dal vecchio lungo campanile ai famosi quattro giganti, la terrazza panoramica sospesa nel vuoto sulle colline, la colorata passerella  a 30 metri di altezza che collega i due parcheggi, il centro storico e la città bassa. Solo per  citare alcune delle  80 opere d’arte comprese nel museo diffuso all’aria aperta detto Macca. Oltre a due teatri, una biblioteca aperta fino alle una di notte con tessera nominativa che permette l’entrata anche senza personale, un’Accademia musicale per 450 ragazzi, iniziative culturali, musicali, festival, sfilate, show di artisti, sedute dell’amministrazione dentro e fuori la discarica.

 Organizziamoci subito di fronte all’assalto le turismo, è  stata la parola d’ordine.  Così la domenica successiva alla prima sorpresa a Peccioli c’erano già le navette a accogliere  i visitatori sulla provinciale all’altezza dell’hotel Porta Valdera e portarli in paese senza macchine o pullman.  Una volta arrivati ecco gli 850 bomboloni fatti in un giorno dall’associazione locale  “Noi per voi” che si è subito messa al lavoro e per il 25 aprile ne ha fatti una valanga.  Si sono attivati i contatti con agriturismi e alberghi vicini. E le comitive continuano a crescere.  “Quello che stupisce – commenta Macelloni – è che si tratta di turismo da tutte le parti, anche dal mondo, ma soprattutto nostrano, in genere più attratto dalle grandi città che dai piccoli borghi. Noi, da parte nostra, continueremo a attrezzarci, abbiamo stabilito in bilancio una somma da dedicare allo scopo. Non vogliamo che i turisti si trovino nel caos, né farci sorprendere non attrezzati e fare brutte figure”.

Mentre il pellegrinaggio continua, non tutti però concordano,  abbiamo già accennato.  Zero Waste, che si batte perché comunque le discariche vadano chiuse, belle o brutte che siano,  si dice convinto che l’oro di Peccioli serva invece solo a perpetrarle . Spiega, fortemente critico, il presidente della Fondazione Zero Waste Europa, Rossano Ercolini:  “Il modello di gestione dei rifiuti Peccioli si oppone  al modello, più virtuoso, della circolarità che prevede il riciclo e il riuso” . Secondo Ercolani “in Italia le buone pratiche nascono dai cittadini e non dai livelli centrali, non è un caso che siamo tra i primi cinque paesi al mondo per quantità di raccolta differenziata nonostante che, siccome qui le regole non vengono spiegate bene, si faccia ancora confusione e la burocrazia italiana interpretinle norme europee in maniera farraginosa .

Va fatta formazione. Zero Waste la fa, Peccioli fa il contrario”. Quanto alle discariche, “devono sparire. Le Regioni puntano già all’80% di differenziata, in Sardegna sono già a oltre il 70%. Non siamo lontani dalla previsione Ue del 90% nel 2035. D’altra parte esistono attualmente non costosissimi impianti di trattamento meccanico biologico di ultima generazione capaci, dopo la differenziata,  di selezionare e mandare al recupero gli scarti ancora confusi e di separarli da una piccola frazione che resta ma che si può rendere inerte e riutilizzare per fare le strade o ricoprire le discariche da dismettere come vuole  l’Europa”.

Reagisce Macelloni: “Loro chiacchierano, io faccio le cose. Ci siamo messi in gioco all’inizio e ci rimettiamo adesso. Abbiamo già in discarica un impianto di trattamento meccanico biologico e avremmo inaugurato l’11 maggio un altro impianto che trasforma la frazione organica dei rifiuti in biometano, ma abbiamo rimandato la data per non rischiare di intrecciare la novità con la campagna elettorale. Abbiamo inaugurato, sempre in discarica, una settimana fa un edificio dove verrà trattata la parte organica dei rifiuti con due opere d’arte  in dialogo  tra loro:  su 200 metri per 10 quella di David Tremlett e alta 10 metri e lunga cento l’altra, sopra al tetto,  di Remo Salvadori, che si chiama Germoglio. Se sarò rieletto mi darò da fare anche per rafforzare questo nuovo turismo, che porterà benefici sia a Peccioli che alla Valdera”.

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Commenti 1
  1. Peccioli ha realizzato il delitto perfetto camuffando una mostruosità orrida e perenne e arricchendosi per salvare la Toscana dalla politica imbelle. Il contrario del ragionevole. I politici sono terrorizzati ma dovrebbero vedere le ruspe che camminano sulla montagna capovolta di rifiuti.Eterna ferita nel territorio bellissimo. Lo sfintere della Toscana ecco cosa è.

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