Firenze – In occasione dell’inaugurazione della nuova sala di Michelangiolo e Raffaello, è stato possibile, per chi scrive, ripercorrere, per un momento, i corridoi degli Uffizi ‘in solitaria’.
Soffermarsi sulla terrazza della Loggia de’ Lanzi è un’esperienza, anche per chi già conosce il luogo, fortemente emozionante, e tale da far capire molte cose di questa città, della sua fama e dei provvedimenti che si dovrebbero prendere perché continuasse ad essere quello che, in buona parte ancora è, e non solo quello che è stata.
D’altra parte la bellezza, declinata in un modo o in un altro, attrae, più o meno consapevolmente; e il diritto a goderne è di tutti. Ma Firenze è una città ‘aristocratica’ nel senso originario del termine, non solo per “i migliori” che hanno avuto il potere (questo, forse, per pochissimi anni), ma anche riguardo alla cultura che la città stessa ha prodotto, con i grandi nomi di artisti e scienziati noti a tutto il mondo e che qui hanno lasciato la loro impronta.
Da ciò deriva che non si può dare un centro urbano così esclusivamente “firmato” – si direbbe oggi! – in pasto a folle indifferenziate, semplicemente perché è inutile per loro.-.ne potranno capire poco – e dannoso per noi Business a parte – e prevalente – il fatto principale è che, pur essendosi la città retta, anche nei tempi passati, sugli “affari”, che fossero banche o commerci, questi hanno sempre restituito qualcosa (talora molto, talora meno) in termini di cultura o di benessere, alla comunità in essa vivente.
Ma adesso, come si è lasciato intendere in un recente convegno all’ AADF (Accademia delle Arti del Disegno), gli “affari” si impongono come distruttivi, tanto è vero che il centro storico si è desertificato dei suoi abitanti originali e ridotto a una serie di “mangiatoie” all’aperto e di bed&breakfast senza controllo. Capisco di dire qualcosa difficile da accettare in tempi di populismo e guadagni facili, quando non illeciti; ma provate o riprovate ad affacciarvi sulla terrazza della Loggia e capirete.
Per comprendere la portata storica e sociale dello splendido edificio di Orsanmichele, per esempio, più importante ancora del palazzo del potere politico in senso stretto, non basta uno sguardo indifferenziato, che scivoli via sulle sue pareti, le sue edicole e le sue statue. Da parte dell’Autorità cittadina occorrerebbero delle iniziative, anche semplici e simpatiche, intese a valorizzare e quindi a proteggere ancor più questo patrimonio storico e artistico.
Per esempio con pubbliche conferenze nelle piazze principali, magari a cura di studenti universitari, (certo un po’ retribuiti!) che spiegassero ai turisti il luogo dove si trovano, con le sue opere architettoniche, ecc., come ho visto fare in Gran Bretagna. Insomma basterebbe, non dico amare , ma essere consapevoli del valore della propria città, per poterne usufruire, ma in modo civile e consapevole, le risorse, e creare degli stimoli per le giovani generazioni.