Firenze – Una delle particolarità della classifica del debito famigliare medio italiano stilato dall’Ufficio Studi della Cgia di Mestre è questa: fra le prime sei province in ordine di grandezza di debito medio attribuito alle famiglie, ci sono solo lombarde e una toscana: Prato, in sesta posizione. In settima posizione si trova Roma, mentre all’ottava posizione un’altra toscana: Siena. Al primo posto per “rosso” si trovano le famiglie residenti nella provincia di Milano, con un debito di 29.304 euro; al secondo posto quelle di Monza-Brianza, con 28.901 euro e al terzo posto le residenti a Lodi, con 27.744 euro. Appena fuori dal podio d’onore Varese, con un debito medio che ammonta a 27.198 euro e Como, con 27.108 euro. Giungendo a Prato, le famiglie si collocano al 6° posto e sono indebitate per 26.988 euro. Le famiglie a Roma presentano 26.792 euro di indebitamento medio, mentre, tornando in Toscana, in provincia di Siena le famiglie riscontrano 25.624 euro di debito medio. E’ utile rilevare che le famiglie meno esposte al debito sono quelle residenti nella provincia di Reggio Calabria, con un’esposizione di 10.037 euro, quelle di Vibo Valentia, con un debito di 9.284 euro, quelle di Ogliastra, con 9.151 euro; ma le famiglie meno indebitate d’Italia si trovano a Enna, con un “rosso” pari a 9.072 euro.
I dati, come avverte la nota della Cgia di Mestre che ha diffuso i “numeri”, sono riferiti al 31 dicembre 2016. Le famiglie italiane sono mediamente indebitate per un importo pari a 20.341 euro, il che significa che nell’insieme, i “passivi” accumulati con le banche e gli istituti creditizi ammontano a 525,9 miliardi di euro. Eppure, nonostante lo stock dei debiti sia in aumento, come segnala la Cgia veneta, “la situazione pur critica, non è ancora drammatica”. Ed ecco perché: l’incremento, secondo i ricercatori della Cgia, è in buona parte riconducibile alla mini-ripresa registrata dai consumi interni. “Nei primi 6 mesi del 2016, ad esempio – spiega la nota – i prestiti bancari alle famiglie consumatrici per l’acquisto delle abitazioni sono aumentati, rispetto l’anno precedente, dell’1,2 per cento e quelli per il credito al consumo del 5,5 per cento”. Non per niente a livello territoriale le famiglie più in “rosso” sono ubicate in Lombardia, mentre è nel Sud e nelle isole che il debito cala drasticamente.
Tornando al concetto stesso di indebitamento medio, chiarisce l’Ufficio Studi della Cgia di Mestre, riguardo alle famiglie consumatrici italiane, “ si intende quello originato dall’accensione di mutui per l’acquisto di una abitazione, dai prestiti per l’acquisto di un auto/moto e in generale di beni mobili, dal credito al consumo, dai finanziamenti per la ristrutturazione di beni immobili”. dunque, il crescere dell’indebitamento stesso è anche segnale di effervescenza del territorio. Per quanto riguarda dunque l’intepretazione dei dati per zona territoriale, interviene il coordinatore dell’Ufficio Studi Paolo Zabeo: “Premesso che le aree provinciali più appesantite dai debiti sono quelle che presentano i livelli di reddito più elevati, è evidente che anche in queste zone tra gli indebitati vi sono molti nuclei appartenenti alle fasce sociali più deboli. Tuttavia, le forti esposizioni bancarie di questi territori, soprattutto a fronte di significativi investimenti avvenuti negli anni scorsi nel settore immobiliare, non destano particolari problemi che, invece, scontiamo in altre aree del Paese, in particolar modo nel Sud”.
Riprendendo il filo di un quadro più generale, il segretario della CGIA Renato Mason spiega: “Dal 2010 al 2016 la variazione del debito nazionale delle famiglie consumatrici è stato del +8,8 per cento mentre l’inflazione del +7,4 per cento. Tuttavia, va segnalato che dopo il picco massimo toccato nel 2011 le esposizioni sono scese costantemente fino al 2014, per ritornare a salire negli anni seguenti fino a raggiungere il livello record di 525,9 miliardi di euro nel 2016”.
Tuttavia, una riflessione va fatta per quanto riguarda la situazione in cui si trovano le famiglie più in difficoltà: “Da sempre la maggiore incidenza del debito sul reddito – conclude Zabeo – si riscontra nelle famiglie economicamente più deboli, vale a dire in quelle a rischio povertà ed esclusione sociale. I dati dell’Istat, purtroppo, ci dicono che negli ultimi 10 anno i nuclei in difficoltà economica sono tornati a crescere di numero, visto che gli effetti della crisi hanno accentuato, anche in Italia, il divario tra poveri e ricchi”.