Dal profondo rapporto tra la Biblioteca Panizzi e l’autore reggiano Silvio D’Arzo (pseudonimo di Ezio Comparoni) prende forma la mostra che sarà inaugurata sabato 27 gennaio 2018, alle ore 11.30, nella sala mostre della Biblioteca Panizzi, coronamento di un percorso che da molti anni vede l’istituzione impegnata a valorizzare la produzione darziana.
“Silvio D’Arzo ritrovato. Il Fondo D’Arzo-Macchioni Jodi”, è il titolo dell’ esposizione curata da Alberto Ferraboschi, responsabile degli Archivi contemporanei della Biblioteca Panizzi, che attinge al ricco patrimonio del Fondo D’Arzo-Macchioni Jodi, acquisito nel 2016 a corredo del già vasto corpus documentale già posseduto.
Autore reggiano fortemente radicato nella propria terra, ma nel contempo aperto alle suggestioni della grande letteratura straniera, Silvio D’Arzo (1920-1952) ha lasciato tracce profonde nel panorama letterario locale e nazionale. La fama di D’Arzo è legata soprattutto al suo capolavoro, Casa d’altri, definito da Eugenio Montale «un racconto perfetto».
La mostra si articola attraverso un percorso espositivo sviluppato in sei sezioni e intende offrire un’ampia testimonianza dei testi narrativi, critici e poetici della produzione darziana. La suddivisione proposta trova una corrispondenza nella varietà dei generi letterari con cui si è misurato l’autore, a partire dai manoscritti autografi e dattiloscritti relativi ad alcuni romanzi: trovano spazio nella prima parte della sala la documentazione dell’opera più nota, Casa d’altri, ma anche materiali relativi alla prima fase narrativa e l’ampia prefazione del romanzo incompiuto Nostro lunedì di ignoto del XX secolo. Nelle successive sezioni si collocano invece la serie di racconti pubblicati su riviste e periodici, a partire dal 1940-41, e una selezione di materiali attestanti l’attività poetica. Un quarto capitolo testimonia l’intensa attività dello scrittore nell’ambito della letteratura per l’infanzia, produzione sollecitata dell’editore Enrico Vallecchi e sfociata nei testi pubblicati postumi: Il pinguino senza frac, Penny Wirton e sua madre, Tobby in prigione e Una storia così. Testi autografi riguardanti i saggi e gli interventi di critica letteraria occupano la quinta parte dell’esposizione, conducendo il visitatore alla sezione conclusiva che presenta, per la prima volta, manoscritti inediti relativi ad opere incompiute (Androgeo Zurbaran, Adamo Kerps, Gec dell’avventura) e testi preparatori di alcuni racconti, oltre alle carte di due esercitazioni letterarie dedicate sia a La colonna infame del Manzoni, sia alla poetica di Tommaseo e Leopardi.
La mostra si avvale anche di un ricco catalogo, pubblicato all’interno della collana “Piano terra” della Biblioteca Panizzi e curato da Alberto Ferraboschi. Il volume si propone come uno strumento fondamentale per aprire nuove opportunità di conoscere l’opera dello scrittore reggiano. Infatti, oltre a contenere l’inventario del Fondo D’Arzo-Macchioni Jodi, il catalogo presenta per la prima volta quattro brevi racconti inediti rinvenuti nello stesso Fondo e costituenti capitoli del romanzo incompiuto Nostro lunedì di Ignoto del XX secolo.
Il catalogo è acquistabile presso il Punto Info al piano terra della Biblioteca Panizzi. Per informazioni www.bibliotecapanizzi.it / tel. 0522/456078
GLI EVENTI
L’esposizione sarà visitabile liberamente all’interno della Sala Mostre della Panizzi da sabato 27 gennaio a domenica 8 aprile 2018, negli orari di apertura della Biblioteca.
A corredo dell’evento sono previsti due speciali appuntamenti: venerdì 9 febbraio 2018, alle ore 17.30, sarà presentato in Sala del Planisfero (al secondo piano della biblioteca) il catalogo della mostra; domenica 18 marzo 2018, alle ore 11.00, sarà invece possibile partecipare ad una visita guidata gratuita curata da Alberto Ferraboschi.
Inoltre, sono previste visite guidate e attività didattiche rivolte alle scuole: per informazioni e prenotazioni è possibile contattare la Sezione ragazzi della Biblioteca Panizzi info: 0522/456077.
LA NUOVA SEZIONE DEL SITO INTERNET DEDICATA A SILVIO D’ARZO
In concomitanza con l’apertura al pubblico della consultazione del Fondo D’Arzo-Macchioni Jodi sarà pubblicata anche una nuova sezione dedicata a Silvio D’Arzo contenuta nel sito internet della Biblioteca Panizzi e raggiungibile all’indirizzo www.panizzi.comune.re.it all’interno del menu Collezioni, alla voce Archivi. Nella nuova sezione dedicata agli Archivi contemporanei, oltre alla biografia dell’autore reggiano e ad una illustrazione delle varie carte darziane conservate presso la Biblioteca, sarà consultabile l’inventario del Fondo. Le nuove pagine del sito si configurano in tal modo come una risorsa fondamentale per chiunque intenda accostarsi e approfondire l’opera di Silvio D’Arzo.
IL COMITATO SCIENTIFICO PER LA VALORIZZAZIONE DEL FONDO D’ARZO – MACCHIONI JODI
Allo scopo di supportare la Biblioteca nel percorso di valorizzazione dei materiali darziani è stato recentemente istituito un apposito Comitato scientifico composto da studiosi ed esperti che hanno acquisito una approfondita conoscenza delle opere dell’autore reggiano. Unitamente ai due rappresentanti della Biblioteca Panizzi, Alberto Ferraboschi (responsabile degli Archivi contemporanei) e Giordano Gasparini (direttore), fanno parte del Comitato: Laura Artioli (storica), Alberto Bertoni (docente Università di Bologna), Andrea Briganti (docente Università di Parma), Stefano Costanzi (docente istituto superiore), Elisa Pellacani (Associazione “Per D’Arzo”), Alberto Sebastiani (docente Università di Bologna).
SILVIO D’ARZO
Silvio D’Arzo (pseudonimo di Ezio Comparoni) nasce a Reggio Emilia nel 1920 da Rosalinda Comparoni, originaria di Cerreto Alpi, e da padre ignoto. La sua formazione è legata alla città natale, nella quale frequenta gli studi ginnasiali e successivamente il liceo “Spallanzani”, conseguendo a soli sedici anni la maturità classica. Nel 1941, dopo la laurea in lettere all’Università di Bologna, ottenuta con una tesi in glottologia sul dialetto reggiano, si dedica all’insegnamento. Negli stessi anni inizia l’apprendistato letterario, pubblicando su alcune riviste i suoi primi racconti, firmati con lo pseudonimo Silvio D’Arzo; avvia inoltre un fitto scambio epistolare con l’editore Vallecchi, presso il quale pubblica il romanzo All’insegna del buon Corsiero. Chiamato agli obblighi militari nel 1942, dopo una temporanea permanenza a Canzo di Como viene assegnato alla scuola allievi ufficiali di Avellino e, all’indomani dell’8 settembre 1943, è coinvolto negli eventi bellici: catturato dai tedeschi e condotto su una tradotta per la Germania riesce fortunosamente a sfuggire alla deportazione per tornare nella sua città natale. Dopo la Liberazione riprende l’insegnamento, dapprima al liceo “Spallanzani”, poi all’istituto “Secchi”, e si dedica ad un’intensa attività editoriale e alla collaborazione con diverse riviste. Colpito da una grave forma di leucemia muore nel 1952, all’età di soli trentadue anni.
Nonostante la vita appartata e la prematura scomparsa, Silvio D’Arzo lascia un’ampia ed eterogenea produzione editoriale, composta da opere narrative, raffinati saggi critici (raccolti in seguito sotto il titolo di Contea inglese) e da una serie di composizioni in versi. Certamente profonda è la conoscenza della grande letteratura straniera, in particolare angloamericana e francese, rivelata dalla scrittura saggistica, ma ancor più radicato risulta essere il legame con la terra d’origine i cui riferimenti ritornano costantemente nelle opere di narrativa. È in questo genere letterario che la fertile vena creativa dell’autore si esprime appieno, nei testi per ragazzi (Penny Wirton e sua madre, Il pinguino senza frac e Tobby in prigione), nei racconti brevi e nei romanzi più noti, All’insegna del Buon Corsiero, L’osteria e, soprattutto, Casa d’altri: pubblicato per la prima volta nel 1952 su “Botteghe Oscure” e l’anno successivo in volume per l’editore Sansoni, è stato definito da Montale “un racconto perfetto”.