Domanda: è opportuno tornare su un problema importante ma non epocale come l’inevitabile trasferimento del presepe di Beltrami dalla chiesa di don Ranza? Sì e no. Visto che lo facciamo affrontiamo allora il motivo del sì. Abbiamo atteso la (quasi) soluzione della diatriba (peraltro risaputa a chi avesse anche solo un poco approfondito non emotivamente la vicenda) per sottolineare l’inutile e intempestivo coro politicante che, trasversalmente, si è alzato alla vigilia dell’arrivo dell’ufficiale giudiziario Serafino (nomen, omen). Altra domanda. Esiste una possibilità peggiore di quando un partito o una coalizione parlano per se stessi? Sì, quando le opposizioni o più gruppi politici parlano con la stessa voce. Lì, in genere, la fregatura per il cittadino è somma. Spesso lo fanno per accrescersi i privilegi. Nel caso del diorama di S.Nicolò, nessun benefit, se non d’immagine, da sbugiardare. Ma ascoltare le assordanti banalità blaterate all’unisono poche ore prima dello sfratto esecutivo, intonate a destra e sinistra dopo 10 anni di silenzio tombale altrettanto corale, è semplicemente paradossale. Cosa hanno fatto “lorsignori” per trovare una reale soluzione a quella che appare ormai una (semi) inevitabile parziale distruzione dell’opera di Beltrami? Non sarebbe stato meglio esercitare le proprie funzioni (ammesso e non concesso che ancora ce ne siano) ricercando una mediazione sotterranea che portasse ad un esito diverso? Invece che fregarsene, di Beltrami e del suo presepe, di don Ranza e del suo centro d’ascolto per giovani e aspettare i riflettori mediatici per cavalcare l’onda del (finto) sdegno in nome della collettività? L’ennesima prova d’appello mancata. Della serie, altrettanto inutile, un bel tacer non fu mai scritto, il bla-bla-bla sulla natività ha aggiunto confusione acustica, irrigidimento delle parti e un pizzico di sana strumentalizzazione. Alla faccia delle statue della Sacra Famiglia, dei pastori e degli angeli, dei Re Magi, del Bambinello, del bue e dell’asinello
25 Giugno 2011
Il coro stonato della mangiatoia
Ancora sullo sfratto presepiale: quando la voce trasversale dei politici non fa altro che confondere il canto degli angeli
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