Firenze – “Meglio non punire Palagi”. Si alza, innescato dalla ricostruzione di un noto quotidiano cittadino, il polverone sulla storia che sembrava archiviata della procedura iniziata nei confronti del consigliere Dmitrij Palagi, di Sinistra Progetto comune, reo, secondo chi innescò la segnalazione alla Procura, di aver diffuso informazioni coperte da segreto. Informazioni contenute in atti degli uffici della Direzione urbanistica, riguardanti il piano strutturale, che secondo gli uffici, vista la fase del procedimento, avrebbero potuto ledere “il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione”. Una questione che col senno di poi appare piuttosto infondata, tant’è vero che la procura non ravvisò alcun illecito penale nel comportamento del consigliere e archiviò il caso e la riesumazione della quale assume inevitabilmente, in questo momento della vita politica cittadina, uno strano sapore. Parallelamente alla vicenda amministrativa infatti si sviluppò l’inevitabile profilo politico, che vide coinvolta l’allora assessore all’urbanistica Cecilia Del Re, che inviò, come di sua competenza, un “consiglio” sull’atteggiamento da tenere nei confronti del consigliere Palagi da parte degli uffici, suggerendo di parlare direttamente con l’interessato della questione, inviando una mail e “ammonendolo” per il futuro. Un atteggiamento che lungi dall’indulgere a qualche simpatia, come adombrato da qualcuno, per l’opposizione della sinistra, teneva in conto da un lato l’esposizione mediatica che il caso politico avrebbe avuto, a prescindere dalle presunte ragioni degli uffici, dall’altro dell’esiguità dell’accusa. Tant’è vero che giunse puntuale l’archiviazione della Procura.
La gravità della vicenda semmai riguarda il profilo di “segretezza” tenuto dagli uffici amministrativi comunali che compirono la segnalazione senza darne informazione al diretto interessato. La questione giuridcamente è lecita, in quanto da parte della Procura non c’è statol’avvio di nessuna ndagine formale. Tuttavia, la questione riguarda la correttezza di infromare, da parte degli uffici amministrativi comunali, il cnsigliere dei propri passi. una questione di sempplice e primaria corretteza nella relazione fra istitiuzioni comunali e un esponente dell’opposizione. E’ questo il punto critico, la sbavatura che allarma: può un eletto investito dal mandato popolare e quindi dalla funzione di controllo connaturata al suo ruolo, volta all’interesse dei cittadini, essere oggetto di un procedimento giudiziario a sua insaputa? Un caso che adombra vecchi sistemi e antichi fantasmi.
Sulla questione, Spc diffonde una nota. “L’accusa – ricordano i consiglieri di Sinistra Progetto Comune Dmitrij Palagi e Antonella Bundu – sarebbe stata una diffusione impropria di informazioni avute nell’esercizio della nostra funzione. Insomma avremmo detto cose che non potevamo dire.
Da quattro anni svolgiamo le nostre funzioni con grande trasparenza e non c’è la minima intenzione di cambiare comportamento.
Ci muove solo un interesse pubblico, politico, a tutela della città. Numerose interrogazioni e richieste di accesso agli atti partono dal nostro Gruppo, ogni settimana. Abbiamo sempre scelto di muoverci nel perimetro delle norme, dove si devono conciliare la tutela della privacy delle persone con il rilievo di alcune informazioni utili «ad espletare il nostro mandato». Senza sensazionalismi – continuano i consiglieri di Sinistra Progetto Comune – e strumentalizzazioni.
Ringraziamo gli uffici del Comune di Firenze per il tempo che devono dedicare alle risposte da darci. Ringraziamo anche chi ha dovuto seguire la procedura partita in Procura, dedicando evidentemente del tempo di lavoro a questa vicenda.
Proveremo a capire meglio i contenuti di quell’articolo. Perché in questione – continuano Palagi e Bundu – c’è anche il clima in cui si esercita una funzione elettiva, a un anno dal voto.Invitiamo tutte le persone che hanno interesse per la “cosa pubblica” a non farsi spaventare, qualsiasi sia la collocazione politica a cui appartengono. La funzione di controllo di chi siede in Consiglio – concludono i consiglieri di Sinistra Progetto Comune Palagi e Bundu – è fondamentale e, a un anno dal voto, ci sentiamo di ribadire l’importanza di comprendere quale sia il nostro ruolo. Ci impegniamo a ottenere spiegazioni, pensiamo di doverlo al Comune stesso”.