“Immaginare il cambiamento è il passo più difficile: se pensiamo che qualcosa sia impossibile da realizzare non tentiamo nemmeno di realizzarla. Aprire la mente verso il cambiamento è il primo step per diventare “accoglienti” e per costruire – mattone dopo mattone – una comunicazione inclusiva”.
Con questa premessa ha preso vita ed è arrivato alla fine il progetto “Il cervello accessibile” organizzato dal CRIBA Emilia-Romagna e che ha trovato piena accoglienza nel corso di Grafica della Scuola Internazionale di Comics di Reggio Emilia. Un progetto nato dalla volontà di provare a superare l’imbarazzo e la mancanza di dimestichezza con cui ci si pone nei confronti del mondo della disabilità nel momento in cui si vuole parlare di disabilità.
“Certamente si può definire “di moda” – o per lo meno si auspica che diventi sempre più tale – quell’accessibilità intesa come un piccolo scivolo che rende percorribili alcuni gradini. Molto meno di moda, invece, è il pensare in maniera accessibile e magari agire di conseguenza, dando cioè accesso ai diritti, alle necessità e forse anche ai desideri di tutti…”
Le parole di Giorgio Genta della Federazione italiana ABC (Associazione Bambini Cerebrolesi), dalle quali nasce l’idea del progetto stesso, riassumono il presupposto che ha guidato Il cervello accessibile: tendere a un’informazione competente sulla disabilità che operi affinché le fonti specializzate e di settore siano correttamente e pienamente utilizzate dall’informazione generalista e di mainstream, perché oggi una disseminazione ampia nella società civile dei valori fondanti di cittadinanza e di pari dignità delle persone con disabilità nel nostro Paese primo passo verso l’attuazione dei diritti.
Proprio pensando a diritti, tutelati ma non ancora attuati, è indispensabile creare un approccio nuovo, intervenire sui punti di vista e sulla conoscenza in modo che le azioni messe in campo non siano più solo un fare per includere ma derivino da un pensiero inclusivo.
Il focus del progetto è stato, quindi, quello della comunicazione inclusiva, il filo conduttore quello della disabilità, pur nella consapevolezza che gli elementi di comunicazione inclusiva sono trasferibili a tutti gli ambiti di potenziale esclusione e discriminazione.
Uno degli obiettivi principali? Scardinare gli stereotipi che si celano e si generano dietro a un’immagine standardizzata e spesso troppo eterodiretta della realtà guidati dalla volontà di superare quelle espressioni politicamente corrette come “diversamente abile” ed espressioni connotate negativamente come “handicappato” o “menomato”, o “ritardato” e quelle rappresentazioni della disabilità come disabilità prettamente fisica (sedia a ruote e non vedente), che sono frutto di una descrizione e di una comunicazione troppo semplificata di un tema così complesso.
I cinque incontri formativi, in cui si sono alternati momenti frontali caratterizzati da stimoli continui e supporti visivi, a momenti di laboratori, giochi e simulazione, il tutto arricchito dalla “messa in situazione” dei ragazzi coinvolti che sono stati calati, senza preavviso o preparazione, in case di riposo, doposcuola, centri diurni per persone con disabilità intellettive, squadre di basket su sedia a ruote, hanno coinvolto 37 studenti e si sono concretizzati in un bando di concorso, indetto dal CRIBA Emilia Romagna e dal CERPA Italia Onlus.
Al concorso hanno partecipato 23 ragazzi, i cui lavori saranno valutati da 70 giurati tra i quali il fumettista Leo Ortolani, i blogger di Invisibili Franco Bomprezzi, Claudio Arrigoni e Simone Fanti, l’ex ministro Antonio Guidi, l’eurodeputato Niccolò Rinaldi e l’ Assessore Teresa Marzocchi, Assessore Promozione delle politiche sociali e di integrazione per l’immigrazione, volontariato, associazionismo e Terzo Settore.
Tutti i lavori e molti altri materiali grafici e video, nonché quelli didattici utilizzati durante il percorso formativo, sono disponibili sul sito del progetto: