Il centrodestra si è fermato a Eboli

Lo storico esponente della destra reggiana Marco Eboli, attivo sulla scena politica da oltre 30 anni, si dimette da ogni carica in Fratelli d’Italia in campagna elettorale in vista delle amministrative. Il perché non è chiaro, allora noi di 7per24 facciamo un’ipotesi. Non è per caso che l’arrivederci sia da collegare ai movimenti nazionali di Alemanno ed alla sua ventilata intenzione di fondare un nuovo partito di duri e puri?

Ha occupato la scena di opposizione più o meno negli ultimi 30 anni. Con un cipiglio ed un rigore che ne hanno sempre fatto un contendente temibile e difficile da zittire. Ex Msi, ex, An, ora Marco Eboli è praticamente anche un ex di Fratelli d’Italia, partito meloniano che ha contribuito a fondare dalle nostre parti. Con una lettera inviata ad un sito locale, Eboli infatti fa sapere, alla vigilia o quasi di importanti elezioni amministrative nelle quali la sua parte se la può giocare eccome, dunque in campagna elettorale, di abbandonare ogni tipo di incarico rinunciando anche a eventuali candidature in FdI.

Ohibò, ma come? Uno come lui, paladino di mille battaglie? Proprio ora? Dalla missiva, oltre ad excursus storici e ringraziamenti di rito e pure la conferma della stima al governo meloniano, non si capisce bene il perché. Allora proviamo noi di 7per24 a cercare di contestualizzare il tutto secondo i nostri costumi. Siamo nel campo delle ipotesi ma il tempo è galantuomo e ci saprà dire se tali resteranno (le ipotesi) o se per caso dovessero diventare verosimili.

Marco Eboli per ora si è autodetronizzato

E non escludiamo che l’abbandono di Eboli rientri nei sempre più evidente movimenti nazionali interni alla destra, in particolare la ventilata intenzione di Gianni Alemanno di uscire da Fratelli d’Italia per fondare un nuovo partito di duri e puri della destra in polemica con la svolta europeista e “moderata” della premier Giorgia Meloni. Lo lascerebbe intuire anche il richiamo all’anziano leader Mirko Tremaglia, figura di riferimento dello stesso Alemanno. Una battaglia culturale interna alla destra nazionale, una parte della quale non vorrebbe cedere troppo terreno “permissivista” che si evince anche dalla recente vicenda del generale Roberto Vannacci e del suo libro farcito di rivendicazioni diciamo così antimoderniste e che pure lui non nasconde ambizioni politiche anche perché la Meloni non intende assolutamente candidarlo ad alcunché.

Una vicenda che potrebbe inquadrarsi anche nella lotta per la leadership del centrodestra reggiano ove Eboli non gradirebbe troppo il protagonismo dell’ex leghista Gianluca Vinci. Insomma, i nostalgici a Reggio non esistono solo a sinistra. E non escludiamo neppure che a Reggio ci aspetti una bella campagna elettorale con schieramenti simili agli anni ’50.

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