L’appello del sindaco uscente Pd Massimo Gazza, naturalmente renziano, è indirizzato a “salvare” l’esercizio della democrazia. Dopo aver constatato che nessun’altra lista a parte la sua si è presentata allo start delle elezioni, Gazza si è giustamente preoccupato. il suo mandato bis infatti rischia grosso. Se non dovessero recarsi alle urne il 50% più uno degli aventi diritto, il suo comune sarà commissariato come vuole la legge. Anche se tutti gli elettori fisicamente ai seggi avessero espresso preferenza per lui.
Il bilancio di un paese in cui le opposizioni decidono o non sono in grado di contrapporre liste e candidati sindaci è obiettivamente desolante. Ma non è da escludersi possa in fin dei conti far parte di una strategia. Fatto sta che la lista, naturalmente civica “Corri Boretto” del sindaco uscente è l’unica che i borettesi potranno votare il 25 maggio. E Gazza ha chiesto ai suoi cittadini di recarsi al voto, pena una soluzione amministrativa completamente esulante i meccanismi rappresentativi.
Non troppo elegante, dal nostro punto di vista, questo passaggio dell’appello di Gazza: “Avremmo potuto fare una lista civetta, di finta contrapposizione. Non lo abbiamo fatto perché crediamo in una politica dai forti valori etici. Siamo convinti che i borettesi apprezzino la nostra scelta di non contraffare la competizione elettorale. Se il 25 maggio risulterò eletto sindaco, vorrà dire che la comunità borettese ha saputo esprimere quella lucida responsabilità di cui io sono fortemente convinto”. Evitare di prendere per i fondelli la gente non deve essere ascritto come nota di merito, dovrebbe essere la naturale conseguenza dell’agire etico che solo dovrebbe muovere specialmente gli amministratori pubblici. Ma insomma, senza andare a cercare il pelo nell’uovo, i cittadini di Boretto avranno capito il senso dell’appello del loro sindaco uscente e aspirante rientrante.