Pistoia – C’era un tempo, neppure troppo lontano, in cui i NO aiutavano a crescere. Oggi non esistono più, e ne vediamo le conseguenze. È faticoso educare, dire anche “ non si fa”, “ non si può”. Ed è assai più semplice e liscio permettere qualsiasi azione che si voglia. Colpa dei numerosi impegni quotidiani, delle mille preoccupazioni che ingombrano la mente, degli stimoli da ogni dove, e quindi non c’è tempo né voglia di fare il genitore. “ Non li vedo mai, quando sono a casa dovrei pure brontolare o imporre loro ciò che non vogliono? Così poi li perdo e non mi vorranno più bene” Quante volte l’abbiamo sentito dire….la paura di non sentirsi amati e accettati è ciò che “ frega” i genitori. E pensare che è esattamente il contrario. Si tende ad amare maggiormente più il “sergente di ferro” che l’amico. Lo si teme, lo si odia pure talvolta per ciò che impone, ma poi lo si cerca.
Questo per dire che è urgente riprendere in mano il grande valore dell’educazione, di indirizzo alla vita. È recente, ma non è l’unico, l’episodio di bullismo che ha portato al suicidio un ragazzo, ed un altro che ha creato un video su YouTube a denuncia di ciò che gli è accaduto e per sensibilizzare i coetanei e la società.
A questo, oggi si aggiungono anche una serie di episodi diretti ai propri docenti.
Non è il primo episodio e con molta probabilità neppure l’ultimo. Ad essere vittime degli studenti ecco i docenti, che sia per un voto o una nota di demerito sul registro vengono offesi e picchiati, e poi messi alla berlina ad iniziare dalla stessa famiglia, che tende più a proteggere e difendere “la nidiata” che a prendere provvedimenti o, ancora meglio, chiedersi seriamente il perché di questi comportamenti davvero gravi.
Il caso di oggi riguarda una scuola di Alessandria, una scuola superiore dove alcuni studenti hanno legato alle sedia con lo scotch una professoressa, per poi prenderla a calci. Il tutto filmato dagli stessi, messo poi su instagram e fatto girare come bravata . L’hanno visto genitori, amici e compagni stessi di scuola. Ciò che ne è conseguito è stata unicamente la punizione ai ragazzi da parte del dirigente scolastico, con un mese di sospensione e l’obbligo di svuotare i cestini delle altre classi dell’istituto.
Serve altro, non è questione di punizione o meno, che ovviamente necessità ed è doverosa. Ma non basta se non si comprende la gravità del gesto ed il livello di guardia ormai ampiamente superato. Non si può continuare a pensare di sminuire o tollerare episodi come questi e continuare, parlo come genitori, a crescere generazioni senza imporre regole ed insegnare loro valori e rispetto degli altri. Un tempo dire “No” era educativo, insegnava a capire che nella vita non tutto è possibile, che occorre sudare con sacrificio ogni cosa, oggi tutto è alla portata di mano. Basta chiedere e tac! Eccolo lì, nel piatto.
Senza sacrificio, che non è mettere fatica nel fare, ma letteralmente rendere “Sacro il Fare”. Senza sacralità, non c’è valore. E se non c’è valore, nulla conta. L’educazione genitoriale in primis deve ripartire da qui: regole e compiti chiari. Ruoli certi, che non esistono più. Siamo tutti amici dei nostri figli, tali che spesso durante le conversazioni si confonde persino chi è genitore, e chi è figlio.
Tutto ciò grazie ad una cultura che ha teso più premiare la libertà e l’apertura al dialogo incondizionato ed alla comprensione, più che alle regole ed a una sana educazione, che non è certo bacchettare le mani o mettere in castigo dietro la lavagna, ma imporre il dovuto rispetto ed i necessari doveri. Come possibile avere adulti maturi e consapevoli del proprio prossimo se non viene insegnano loro? Serve punire? Serve imporre regole? Serve tornare ai No? Si, serve. Perché ciò che oggi vediamo sono azioni come queste, e sono gravissime. Da far vergognare anche chi non ne fa parte e chi sicuramente ha educato i propri figli differentemente.
Cari genitori, non è difficile educare, basta volerlo fare e non pensare che non sia faticoso o indolore. Ma è preferibile essere a disagio per una punizione, un diniego che ovviamente portano a me un falso conflitto momentaneo nel rapporto con i propri figli, piuttosto che esserlo per questi gravi atti di violenza. Cercate aiuto, se non siete capaci di raddrizzare la barca, se avete dubbi o paure di sbagliare, e cercate una via a voi magari oggi sconosciuta, ma non lasciate andare per sempre la bellezza di educare chi domani sarà al vostro posto e dovrà esserlo da grande senza di voi, ad affrontare la vita. Fategli del bene, dategli gli strumenti necessari e quando occorre ditegli di no.