Il calvario del 14: “Fiorentini restate sani!”

Firenze – Non vi ammalate, non fate analisi, non infortunatevi. O perlomeno, se proprio dovete, non fatelo utilizzando il tram 14 per andarvi a curare a Careggi. Questi allucinanti lavori della tranvia hanno fatto di una certezza secolare, che ha accompagnato milioni di fiorentini verso la Cittadella della Salute, una variabile impazzita.

Prima mattina, ore 9, piazza Adua: è il luogo da cui il mitico 14 che attraversa mezza città dovrebbe portarci a Careggi. C’è una folla lì che lo attende. Nonostante la promessa di una frequenza a suon di dieci minuti, passano tre 6, due 11, innumerevoli bus e anche qualche uccello migratore, ma del 14 neanche l’ombra. I più accorti si guardano intorno e vedono un foglietto volante che ondeggiando nel vento avverte: “14, linea deviata”. Ne danno notizia agli altri in un crescente brusio. Deviata? Come, dove? Qualcuno con aria di chi la sa lunga apre l’apposita App, fa un’accurata ricerca e che trova? Una pura, intatta pagina bianca. Occhi smarriti. Ma ecco che dopo trenta minuti di attesa in lontananza si staglia la sagoma familiare di quel numero amico. E’ la fine di ogni bon ton, cortesia, senso civico: come un sol uomo si compie l’assalto. L’autista, l’unico che “sa”, viene fatto oggetto di ogni domanda possibile e lui risponde con cortesia, urlando ripetutamente che dietro però c’è un’altra vettura semivuota. Ma nessuno ci crede e via dentro, in un pigia pigia che pare la metropolitana di Tokio. Almeno si salta su e poi da qualche parte si arriva. Resta l’incognita della “linea deviata” ma non importa. Girando stretti come sardine per strade secondarie neanche l’autista sa più dove è finita piazza Dalmazia. Il poveretto intanto risponde e guida nel traffico a velocità di dieci centimetri l’ora. Ma non appena vede che davanti a sé si schiude uno spazio non riesce a resiste e accelera come fosse a Le Mans. Lui non ci pensa, ma su di te, anzi su quella rotula indolenzita che proteggevi come le cose sante per portarla integra a reumatologia di Careggi, piomba come una bomba il corpulento vicino. Lui è contrito e si scusa, ma tu ti pieghi con un muto, sordo, cieco dolore e neanche rispondi. Vagli a spiegare che tre mesi fa hai battuto violentemente il ginocchio e da allora tutte le volte che vai in tram…

Per strada intanto, si sentono voci lontane che appena vedono il mitico bus si tramutano in corpi speranzosi che agitano le mani invocandolo: “Ecco il quattordiciiii”!

Si arriva, non si sa dove né come, ma si arriva nelle prossimità della Cittadella della “Sanità amica”. Ah, su questo si potrebbe aprire un altro capitolo, una voragine, ma basta uno scorcio: il front office di un notissimo e frequentatissimo luogo di cura ti accoglie con una music(accia) diffusa, per trasmetterti energie positive. Peccato però che nel box non ci sia anima viva per darti un’indicazione e che le frecce che dovresti seguire si siano ormai sbiadite con il sole e con il tempo.

Non importa, ci si può perdere, nella vita, per poi ritrovarsi. Più filosofia e meno disfattismi. Ci provo. Ma da professionista che si occupa di comunicazione la mente corre lontano, a Bordeaux, in Francia, dove circa venti anni fa costruirono una tranvia che sventrava la città, proprio come a Firenze, come da noi. Eppure con uno straordinario e pragmatico senso della comunicazione pubblica, la Municipalità aveva sguinzagliato in ogni luogo “sentinelle” per orientare le persone, punti di raccolta per interagire con negozianti, abitanti, ascoltare le loro lamentele e cercare di risolvere i problemi. Punti di raccolta veri eh! Luoghi fisici, non numeri verdi. Confindustria Firenze organizzò delegazioni di giornalisti, assessori, uomini politici fiorentini perché imparassero la lezione da quell’esperienza. Si è visto col tempo quanto quei principi siano stati fatti propri! Va be’. Riprendiamo il 14 e torniamo in centro. Visto che qui, dal capolinea opposto, non ci sono i lavori della tranvia dovrebbe essere tutto regolare. Sto aspettando dalle 13 e ora sono le 13,30. Fisionomie amiche in lontananza non se ne vedono, in compenso passano tanti “fuori servizio”.

Io, tanto per non perdere tempo, rassegnata, scrivo da qui!

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