Premessa: credo di avere le carte in regola, nel mio piccolo, come anti-berlusconiano effettivo, non ausiliario o di facciata. Durante una occupazione dell’ITIS Nobili di Reggio Emilia, dove insegnavo italiano (1994), il valente giornalista Ghiggini mi fece un’intervista in cui lasciavo intendere la mia delusione/perplessità perché il mio amico – e giurista stimato – Paolo Ungari aveva scelto, lu…i repubblicano, di accostarsi alla nascente FI. Ho sempre dichiarato che la mentalità danaroso-lassista propalata dalle televisioni di Berlusconi ha inquinato l’Italia.
Coerentemente, quando alla fine degli anni ’80 il mio amico Cesare Perfetto (creatore del Salone dell’Umorismo di Bordighera) mi suggerì, sapendomi autore anche di testi comici inediti, di contattare – a nome suo – Antonio Ricci per eventuali collaborazioni televisive, mi guardai bene dal farlo, visto che detestavo programmi come Drive In. E non me ne pento, per ovvi motivi etico-religiosi. Mi piacerebbe sapere quanti miei conoscenti “di sinistra” avrebbero fatto lo stesso, di fronte anche a una semplice ipotesi di guadagno e “popolarità” (concetto che mi è estraneo, ma che suona bene “a sinistra”).
Ciò detto, non entrando in merito alla sentenza assolutoria d’appello del cosiddetto processo Ruby ed esprimendo tutta la mia nausea per quell’ambiente (Berlusconi, Mora, Fede, le donnette tutt’altro che esenti da colpa), mi meraviglio di come molti “di sinistra”, su fb, mettano foto di Berlusconi in veste di maiale, ecc., mostrando – sia pur in modo inelegante – un “puritanesimo” anche encomiabile, ma sospetto, visto che la “sinistra” ha sempre esaltato, ad esempio, Pasolini (ottimo regista e poeta, almeno in film come “Il Vangelo secondo San Matteo” e “Accattone”, mente critica, sensibile e controcorrente, tra i suoi, su temi quali l’aborto, ma conclamato amante di ragazzi a pagamento) e che è sempre pronta a contestare ogni “limitazione della libertà”, ogni battaglia contro l’esibizione pubblica della sessualità, ecc. Se in discussione è la “concussione”, il discorso è ragionevole, ma sulla moralità occorre prima essere moralisti (o quantomeno morali, però fino in fondo, dunque anti-libertini) per parlare. Se no è meglio tacere.