Firenze – Le antiche scale di marmo su cui si eleva la Chiesa agostiniana del XIV secolo illuminate da straordinari cromatismi che si intravedono all’entrata ci conducono alla visione de “Il balcone del cielo”, la mostra antologica di Franca Pisani che ancora per qualche giorno e fino a domenica 9 febbraio, giorno del Finissage, è aperta al pubblico.
Siamo a Pietrasanta, l’Atene toscana dell’arte internazionale, è qui che da qualche anno l’artista nata a Grosseto ma fiorentina d’adozione e oggi conosciuta in tutto il mondo con la sua produzione artistica ha deciso di risiedere ed è qui che l’amministrazione comunale l’ha omaggiata con una mostra personale per festeggiare i suoi cinquanta anni di attività. Curata dal critico Alberto Dambruoso, “Il balcone del cielo” inaugurata alla fine di ottobre dello scorso anno, nel complesso di Sant’Agostino, è un viaggio emozionante nella produzione artistica di Franca Pisani che pone il focus su alcuni momenti emblematici della sua carriera connotati da una grande sperimentazione di tecniche e materiali dominati dal segno e dalla parola, suoi tratti distintivi.
L’esposizione che in questi mesi ha visto migliaia di visitatori tra pubblico, collezionisti, addetti ai lavori ma anche tante scolaresche anche delle classi primarie che la stessa Pisani ha personalmente guidato alla scoperta del suo universo, un seme che in futuro poterà i suoi frutti. Un universo di personaggi femminili è quello dei grandi teleri, eroine del nostro tempo circondate da una flora marina e avvolte in fantastiche chiome che si vestono di colori inebrianti, composti a mano come facevano un tempo gli artisti nelle antiche botteghe, a ricordare che il mestiere dell’artista ha molto dell’artigiano e il segno che si riafferma nella flora marina di una Isola d’Elba sempre nel cuore. «Le donne rappresentate da Franca Pisani in questi grandi teleri – dice Alberto Dambruoso,- sono le eroine silenziose di tutti i giorni. Sono le nostre madri che ci hanno cresciuto, quelle che hanno rinunciato alla carriera per amore dei figli e dei propri compagni, quelle che hanno combattuto per i propri sacrosanti diritti all’interno di una società che tuttavia non le considera ancora pari all’uomo».
L’ omaggio al marmo di Carrara giunge con “Archeosegno” posizionata al centro della Chiesa di Sant’Agostino, l’opera esposta per la prima volta alla Biennale di Venezia nel 2017 è stata realizzata nei laboratori della Henraux di Querceta da un blocco di mezza tonnellata, il segno qui si fa tridimensionale e interviene anche sulla superficie articolata. Posizionate nell’abside nell’antico coro in legno è l’installazione di Tre nomadi, figure antropomorfe in polimeri, tela e ossidi a grandezza naturale che furono esposti nel Padiglione Italia diretto da Vittorio Sgarbi alla Biennale d’arte di Venezia del 2011 mentre nella Sala del Capitolo una sezione della mostra dove l’arte si sposa con la scienza, le opere ritraggono dei veri e propri acquari dove le alghe sono benefiche produttrici di ossigeno, utili per gli esseri marini e terrestri, che vengono utilizzate nell’industria come valide sostitute delle plastiche, oltre ad essere degli eccezionali filtri marini. L’Artista ha selezionato decine di tipi di alghe da tutto il mondo, studiandone le proprietà e l’azione e ha realizzato dodici grandi opere e una scultura composta da sabbie e polimeri per ricordare l’erosione delle dune.
La Sala dei Putti rende omaggio ad Attraversamenti, dedicata alla sua rivoluzione ideologica oltre che formale. È in questa sala che Franca Pisani espone Album Operozio, del 1976, pubblicazione manuale indipendente, le cui 50 copie furono realizzate in carta pergamena, realizzato insieme a Eugenio Miccini fondatore del movimento della Poesia Visiva insieme a Lamberto Pignotti, opera che fu inviata a tutti i Musei di arte contemporanea dell’epoca in tutto il mondo ed ecco che nel gennaio 1977 il direttore del Centre Pompidou di Parigi, Pontus Holten, la invitò all’inaugurazione del Museo e con Album Operozio esempio di creatività artistica libera e incondizionata a questo fece seguito Manumissio, pubblicazione del 1977 curata da Enrico Crispolti, manifesto illuminato che si allontana dall’arte concettuale a vantaggio di un ritorno al manufatto. Infine le bellissime sculture in terracotta realizzate per la mostra di Berlino del 2013 all’Hamburger Bahnholf, sentinelle della creazione primordiale e ancestrale che caratterizza da sempre la ricerca artistica di Franca Pisani. Un poderoso catalogo, edito da Maretti che accoglie cinquanta anni di attività con gli interventi dei critici che nel tempo hanno accompagnato il suo lavoro e le numerose esposizioni in tutto il mondo è la felice conclusione di una mostra evento che sarà ricordata.