Niente da fare, i dannati dalla storia son duri a morire. L’insozzamento della Resistenza attraverso la pratica, quella sì tutta fascista, dell’aggressione (seppur verbale almeno in questo caso), è diventata ancor più netta in questo 25 aprile 2022.
Mentre pure il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella associava l’attuale situazione dell’Ucraina al canto partigiano per eccellenza, Bella ciao, a Reggio un gruppo di frastornati dal baccano facile e dal comprendonio poco oliato, sono arrivati ad insultare Stella Borghi esponente storica dei radicali, ebrea, ambientalista ed animalista da sempre, perché in corteo aveva con sé una bandiera della brigata israeliana ed una dell’Ucraina.
Altri sbandati invece sono arrivati ad insultare perfino una bambina, nel gruppo di +Europa, perché sventolava la bandiera degli States mentre gli adulti che erano con lei facevano garrire le bandiere europee. Ovvero tutti i vessilli che simboleggiano coloro che ci hanno liberato 77 anni fa dall’oppressore. Pensate che sfregio alla lotta di Liberazione.
Il gruppo di facinorosi di cui sopra è sempre più esiguo, fortunatamente non ha praticamente rappresentanza istituzionale né cariche di rilievo. Non gli andrebbe nemmeno riservata troppa attenzione se non un un po’ di sana compassione non fosse che indirettamente germoglia anche a causa dell’ambiguità che una parte della Reggio che contava (dalla vaga nostalgia leninista anche questa in via di estinzione per ragioni squisitamente biologiche) continua a mantenere nell’individuazione di volta in volta del volto contemporaneo della tirannide.
Quei cefi filoputiniani che hanno circondato la Borghi, i bambini e chi manifestava pacificamente con quelle bandiere, non hanno nulla a che fare con la Resistenza, con la lotta di Liberazione, nulla con la socialdemocrazia o col liberalismo, sono contro l’Europa, contro l’Occidente, odiano gli americani, la Nato, Israele, sono favorevoli a qualsiasi atteggiamento (che caratterizza l’individuo spesso ancor più dei simboli) che miri all’annullamento (anche fisico) di chi individuano come un “nemico del popolo”, popolo che loro assolutamente non rappresentano. Per questo, come ribadiamo da un po’ di tempo a questa parte, anche in certe ricorrenze la parola “antifascista” non basta più. Va seguita dall’aggettivo “democratico”.