Identificato anche William Arlotti. Lo rivelerebbe un tatuaggio

«Sono sconvolto», avrebbe dichiarato ieri, 23 febbraio, il capitano della Costa Concordia una volta appresa la notizia del ritrovamento del cadavere della piccola Dayana Arlotti nel relitto della nave semisommersa. «Ogni volta che trovano un corpo, Schettino prova dolore. Per la bimba anche di più», ha spiegato l’avvocato del comandante, Bruno Leporatti. Dopo le nuove accuse nei confronti di Francesco Schettino (Inchiesta naufragio Concordia, nuove accuse al comandante Schettino) si apre, come ha spiegato Leporatti, una nuova fase delle indagini. «Con il coinvolgimento dell'unità di crisi di Costa – ha dichiarato in una conferenza stampa tenutasi oggi, 24 febbraio, il legale del capitano – si apre un nuovo profilo di valutazione che rappresenta un passaggio obbligato per far luce sulla vicenda nella sua interezza». «Il comandante Schettino – ha concluso – non ci sta né a essere massacrato mediaticamente né a essere un capro espiatorio». Il capitano della Concordia, ha concluso Leporatti, si assume le sue responsabilità, ma non accetta di venir dipinto come un «mostro» che ha condotto la nave sugli scogli per poi abbandonare i passeggeri. Sicuramente non avrà fatto piacere a Schettino apprendere la notizia, giunta nelle ultime ore, che il corpo dell’uomo ritrovato accanto a Dayana potrebbe essere quello di William Arlotti, suo padre. Su entrambe le salme verrà effettuato dalla polizia scientifica l’esame del Dna, ma si apprende che il cadavere dell’uomo trovato a fianco della bambina di 5 anni avrebbe un tatuaggio sul braccio destro, proprio come suo padre. La madre della piccola Dayana dovrà attendere ancora una decina di giorni prima di poter portare a Rimini la salma della sua bambina.

Iniziato il defueling dai serbatoi di poppa della Costa Concordia
Intorno alle 7:00 della mattina di oggi, 24 febbraio, è iniziata la flangiatura di 3 dei 9 serbatoi di poppa della Costa Concordia (Defueling Concordia, flangiatura su tre dei nove serbatoi da svuotare). Intorno alla metà del pomeriggio le operazioni preliminari al defueling sono terminate ed è iniziato il prelievo del carburante dai serbatoi. Dopo la flangiatura effettuata dai tecnici a bordo del pontone Meloria, le pompe sono state attaccate al relitto arenato sulle secche della Gabbianara ed hanno iniziato a trasferire diesel e morchie (residui di idrocarburo) a bordo della cisterna Magic Duba. Mentre il defueling continua, sul fronte inquinamento continuano per fortuna ad essere positive le notizie che arrivano da Arpat ed Ispra. Le acque dell’isola del Giglio, per il momento non risultano infatti contaminate. Nessuna nuova di rilievo nemmeno dagli esperti del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Firenze, che tengono sotto controllo i movimenti del relitto.

Gabrielli: «Iniziamo a vedere una piccola luce in fondo al tunnel»
Intorno alle 15:00 di oggi, 24 febbraio, il commissario straordinario per l’emergenza Concordia, Franco Gabrielli, è tornato sull’isola del Giglio per il consueto appuntamento settimanale con gli abitanti ed i tecnici che operano sul relitto della nave semisommersa. Gabrielli ha visitato l’ex scuola media di Giglio porto, dove attualmente ha sede il gruppo di monitoraggio che controlla i movimenti della Costa Concordia, quindi si è collegato in videoconferenza con i rappresentanti della Regione Toscana e della Provincia di Grosseto per la riunione del Comitato Consultivo. «Iniziamo a vedere una piccola luce in fondo al tunnel», avrebbe dichiarato il commissario straordinario. La speranza, ha continuato Gabrielli, è quella di ritrovare tutti i corpi dei dispersi e completare il defueling secondo la tabella di marcia prevista, ma la situazione rimane complessa. Parallelamente all’esplorazione del ponte 4, nel quale sono state ritrovate negli scorsi giorni altre 8 vittime (Sale ad 8 il numero dei corpi ritrovati nel relitto della Concordia), Vigili del Fuoco e Marina Militare installeranno un cantiere per ricercare i 7 cadaveri che ancora mancano all’appello nel ponte 3, altro luogo della nave dove potrebbero nascondersi i corpi privi di vita dei dispersi.

Schettino avrebbe rallentato per finire la cena, quindi accelerato bruscamente
Sul fronte delle indagini si apprende che, secondo la Procura di Grosseto, le carte nautiche a disposizione degli ufficiali della Costa Concordia erano state prodotte in scala troppo grande per permettere una corretta lettura. A causa della scala troppo grande, cioè, le carte erano meno dettagliate di come avrebbero dovuto e non avrebbero segnalato che il fondale era troppo basso nei pressi delle Scole. È da questo che Schettino viene accusato dai pubblici ministeri grossetani di non aver equipaggiato la nave con carte nautiche idonee. Emerge anche che, sempre secondo i procuratori grossetani, Schettino avrebbe dapprima rallentato la navigazione della Concordia per finire di cenare in tutta tranquillità ed in seguito, per recuperare il ritardo accumulato, avrebbe accelerato. Portando la nave da crociera ad una velocità di 16 nodi nonostante la vicinanza di ostacoli e bassi fondali, Schettino avrebbe reso la Concordia ingovernabile. Una tragedia, dunque, che potrebbe essere stata causata da una cena prolungatasi più del previsto.

Notizia collegata: Nuovo capo delle Capitanerie: “Inchini fattibili con grande cautela”

Foto: www.protezionecivile.gov.it

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