Cortona (Arezzo) – Il 6 e 7 settembre a Cortona si riuniscono i Toscani nel mondo. Alle loro storie sarà dedicata una sezione del festival internazionale “Cortona On the Move – fotografia in viaggio” . L’obiettivo è quello di creare uno storytelling collettivo di toscani divenuti cittadini del mondo e di altri paesi, raccogliere memorie che rischierebbero altrimenti di andare perdute ma anche raccontare i toscani nel mondo contemporanei, perché l’emigrazione, diversa da quella dell’Ottocento o subito dopo la seconda guerra mondiale, è proseguita negli anni e diversi sono comunque i figli e nipoti di chi è partito per primo dalla Toscana.
Le foto serviranno a costruire una mostra fotografica, ma alimenteranno anche una gallery pubblicata sul sito www.toscaninelmondo.org, le pagine dei Toscani nel mondo, assieme ad una mappa su dove i toscani si sono stabiliti esportando la cultura della loro terra d’origine.
Per partecipare basta inviare una foto (o più foto) entro il 15 ottobre, una foto rappresentativo del viaggio che ti ha fatto diventare toscano nel mondo. Con la foto, che può essere spedita nel formato originale ma anche in digitale od essere l’oggetto di una foto scattata con lo smartphone, dovrà essere inviato un testo di non più di 500 caratteri con il racconto della storia e delle tappe del viaggio. Info: www.cortonaonthemove. Com, info@cortonaonthemove.com.
A giudicare le foto saranno Nicola Tiezzi, presidente dell’associazione culturale “Onthemove”, il direttore artistico del festival cortonese Arianna Rinaldo e il vice presidente vicario dei toscani nel mondo Nicola Cecchi. Chi invierà l’immagine più significativa sarà premiato con un viaggio e un week-end per due persone a Cortona.
Le migliori storie saranno pubblicate ogni settimana sul sito del quotidiano Repubblica Firenze.
I Toscani nel mondo a Cortona On The Move
I toscani nel mondo, ovvero i rappresentanti di chi dalla Toscana è emigrato all’estero, i loro figli e nipoti, si sono dati appuntamento a Cortona, in provincia di Arezzo. Una due giorni (6-7 settembre) iniziata ieri, venerdì 5 settembre, con la riunione annuale del direttivo dei toscani all’estero, ventisei rappresentanti dai cinque continenti, e che proseguirà la domenica con le celebrazioni della giornata dei toscani nel mondo. La scelta di Cortona non è casuale. Il festival internazionale fotografico cittadino “Cortona On the Move” ha deciso infatti di dedicare quest’anno una sezione speciale ai viaggi di chi è emigrato.
Fu un sindaco della montagna pistoiese, Mario Olla, a tessere alla fine degli anni Settanta la tela che portò alla nascita della Consulta dei toscani all’estero: quella che oggi è l’Assemblea dei toscani nel mondo, 115 membri che si riuniscono una volta ogni cinque anni un direttivo di quarantacinque (che si vede almeno una volta l’anno) , composto da ventisei rappresentanti dei toscani all’estero e diciannove tra sindacati, enti locali e categorie economiche della regione. La Toscana è stata tra le prime a riannodare quei fili sfilacciati, facendo squadra con altre regioni, come anche oggi fa. E rimettere insieme quei fili spezzati non era scontato.
I numeri della Toscana non sono quelli di Campania e Calabria, della Sicilia o del Friuli. Ma anche la Toscana è stata terra di emigranti e dalla Toscana si emigra ancora, magari non per la vita ma solo temporaneamente. Se poco più di quattro milioni e 300 mila sono gli italiani che vivono all’estero e sono iscritti all’Aire, che è la speciale anagrafe degli emigranti di tutto lo stivale, i toscani nel mondo all’inizio del 2013 (fonte Migrantes) erano quasi 134 mila. Non tantissimi, ma neppure pochi: il 3,6% dei residenti, esattamente come i lombardi. Percentuali lontane da quelle del Molise, dove chi è emigrato è un quarto di tutti gli abitanti, lontane anche dal 19,9% della Basilicata, il 18,8% della Calabria, il 13,7% della Sicilia e il 12,9% del Friuli Venezia Giulia. Centotrentaquattromila toscani nel mondo vuol dire comunque una città come Pisa. Molti di più sarebbero considerando chi vanta discendenze lontane. Per loro un budget nel 2014 da 400 mila euro, la metà dedicato ai giovani, moltiplicati fortunatamente da sinergie e tante voglia di fare.
E non si tratta solo di amarcord. La scommessa degli ultimi anni è infatti utilizzare quella fitta rete di contatti – gli emigranti e i loro figli che sono diventati imprenditori e manager di successo, i toscani temporaneamente all’estero pure – per promuovere e rilanciare il made in e le eccellenze toscane. Puntando magari sui giovani.
A tenere assieme i fili dei toscani nel mondo ha contribuito, fino a pochi anni fa, anche un giornalino di carta scritto dai giornalisti della Regione e che provava a raccontare la Toscana di qua ai toscani di là o i toscani di un continente a quelli all’angolo opposto nel mondo. Poi il peso di internet è cresciuto, il web è diventato per molti un luogo di frequentazione quotidiana, sono arrivati i social media e la carta non è stata più stampata. Al suo posto è nato www.toscaninelmondo.org, un sito dedicato ai Toscani nel mondo e gestito dalla fondazione, a capitale regionale, Sistema Toscana.
La meta preferita dai migranti toscani è l’Argentina
La maggior parte degli italiani all’estero vive in Argentina e lo stesso vale per i Toscani, che nel Paese sudamericano sfiorano i 18 mila (il 13,4% di tutti i toscani nel mondo). La sequenza, diversa dall’Italia, prosegue poi con Brasile, Svizzera, Francia, Regno Unito e Stati Uniti, quindi Germania, Spagna, Belgio e Israele per rimanere alle prime dieci destinazioni.
Poco meno della metà dei toscani all’estero (48,6%) sono donne. I più hanno le proprie origini nelle province di Lucca, Firenze, Livorno e Massa Carrara, che da sole contano i due terzi dei toscani nel mondo. Più di un terzo (39,3%) sono nati in Toscana, gli altri fuori dai confini nazionali. Una percentuale stavolta decisamente più alta di Calabria, Friuli o Puglia. E il motivo è presto spiegato: vuol dire che l’emigrazione, in Toscana, non è qualcosa poi così lontana nel tempo, un fenomeno confinato nell’Ottocento e che poi non si più riproposto. Tutt’altro. A Lucca i toscani per nascita sono addirittura la metà (50,4%) tra gli emigrati e a Pistoia poco meno (il 46,4), segno di un flusso in uscita che è continuato anche di recente.
Non mancano i record. A Bagni di Lucca quattro residenti su dieci vivono all’estero, a Pontremoli uno su tre. Se guardiamo ai numeri assoluti la maggior parte dei toscani nel mondo sono fiorentini, ma semplicemente perché è il Comune più popolato della Regione. Poco dietro ci sono livornesi e lucchesi, i più famosi forse tra i toscani nel mondo.
Il primato lucchese
Le prime associazioni di toscani nel mondo sono state dei lucchesi e sono nate ben prima del 1978, quando è nata la Consulta dei Toscani all’estero. Frequentate da tanti simpatizzanti e non solo da italiani. Oggi sono più di cento in tutto il mondo, tra quelle dei ‘grandi’ e quelle dei giovani, e contano oltre 13 mila iscritti e 558 famiglie coinvolte.
Praticamente ce ne sono in tutti i continenti: anche in Africa, dove sono tre (tutte in Sudafrica). La maggior parte è concentrata comunque nelle Americhe e in Australia. La più vecchia è quella di Avellaneda in Argentina, fondata nel 1927. La più giovane è nata a Gerusalemme, due anni fa. In Asia ne sta fiorendo una in Cina grazie ai ‘toscani temporaneamente all’estero’: novità degli ultimi tre anni, i toscani che hanno lasciato l’Italia solo per qualche anno, per studio o lavoro, figli di quella mobilità tipica dei tempi moderni.
All’inizio le associazioni dei toscani nel mondo sono nate infatti per mantenere contatti tra chi era uscito e che raramente tornava nella nostra regione. I toscani temporaneamente all’estero fino a due anni fa non c’erano. Poi sono entrati a a pieno titolo nelle strategie della Regione, anche se per loro non sono previsti aiuti per il rimpatrio, non ci sono corsi, borse di studio e contributi alle associazioni.
Di origini toscane anche Yves Montand e l’ex sindaco di New York, Rudolph Giuliani
Dalla Toscana sono partiti con la valigia di carta: erano ‘figurinai’ e muratori, camerieri e braccianti, scalpellini e minatori. In molti sono partiti per l’America e l’Australia, per la Svizzera e il Belgio anche. In particolare dalla Lunigiana i toscani emigrarono nel secolo scorso soprattutto in Scozia e in Francia, i lucchesi scelsero la California, l’Argentina e il Brasile, gli elbani decisero di trasferirsi prevalentemente in Australia.
In Sudamerica hanno costruito dal niente paesi e città: come Olivos in Argentina, centocinquanta anni festeggiati nel 2013. Le loro storie, le storie di ieri, storie di chi è partito per fame, per avventura o per motivi politici, per amore pure e qualche volta è tornato, sono raccontate al Museo regionale dell’Emigrazione di Lusuolo, abbarbicato in un castello che dall’alto della collina domina la valle del Magra e il minuscolo borgo allungato appena sotto, fatto di una decina di case e una sola via. Un museo che vive anche on line.
Poi quei figurinai, camerieri ed operai hanno fatto studiare i figli e spesso sono diventati imprenditori e manager rispettati, punti di riferimento delle comunità locali oppure musicisti e attori. Tra quei toscani, i più famosi, c’erano infatti Yves Montand o l’ex sindaco di New York Rudolph Giuliani. Astor Piazzolla, l’argentino che ha rivoluzionato il tango, aveva origini toscane: la famiglia della mamma era di Massa Sassorosso, frazione di Villa Collemandina in provincia di Lucca. Anche Susan Sarandon, star americana del grande schermo, ha radici toscane: senesi per la precisione.
Alla fine del 1976 erano 40 mila i toscani nel mondo. Fino al 1979 è rimasta in vigore una norma che di fatto cancellava dopo sei anni dalla liste elettorali del paese di provenienza gli italiani che emigravano, se non ne facevano esplicita richiesta. Oggi, limitandosi ai soli iscritti nell’anagrafe dei residenti all’estero, sono 134 mila.
Complessivamente tra il 1876 in poi quasi un milione e 200 mila toscani sono emigrati oltre confine: due terzi entro il 1876, in 170 mila dopo la fine dell’ultima guerra mondiale.