Un luogo in cui di visitatori se ne vedono pochi e di turisti neanche l’ombra. Un peccato, visto che la Rocca Estense di San Martino in Rio – prima fortezza, poi palazzo nobiliare, oggi sede della biblioteca e degli uffici del Comune – è una perla dalla storia millenaria che rientra pienamente all’interno del patrimonio storico-culturale della provincia reggiana.
La Rocca, antica roccaforte della famiglia dei Roberti durante le lotte comunali e successivamente parte del feudo personale di Borso d’Este, è un edificio in cui elementi artistici di secoli diversi si sono sedimentati come strati di terreno sul letto di un fiume: affreschi quattrocenteschi, soffitti lignei della metà del ‘500, stucchi rococò e decorazioni del XVIII secolo.
Per via della sua posizione strategica, equidistante da Reggio, Modena e Rubiera, la Rocca fu oggetto di assedi e venne distrutta e ricostruita nel corso del ‘300. I successivi passaggi di signore in signore e gli usi a cui fu destinato l’edificio (tra gli altri anche teatro, caserma e scuola elementare) resero necessari dei copiosi interventi di restauro che cominciarono nel 1981 sotto la guida dell’architetto Mauro Severi.
Oggi del vecchio castello se n’è conservata solo una parte, ma ciò che resta è un tesoro di rara bellezza. Nonostante i danni provocati dall’ultimo terremoto e grazie agli interventi strutturali che vi sono stati effettuati, la Rocca (sede anche del Museo della Civiltà Contadina) è ritornata al suo antico splendore ed ha ragion d’essere motivo d’orgoglio per tutti i sammartinesi, e non solo per loro.