Sui rifiuti la Regione Emilia-Romagna ha deciso: quelli di Reggio Emilia verranno smaltiti nell’inceneritore di Parma. Approvato quindi il cosiddetto decreto flussi, ossia il documento legato al nuovo piano regionale dei rifiuti che – per Parma – prevede appunto l’arrivo dei rifiuti solidi urbani di Reggio Emilia all’inceneritore di Ugozzolo. Un’opzione filtrata, a livello di intenzioni, alcuni giorni fa e fonte di forti polemiche da parte dell’amministrazione Pizzarotti. Il no ai rifiuti da fuori provincia, infatti, è – o meglio, era – la linea invalicabile tracciata dalla giunta di Parma dopo lo smacco dell’accensione del forno di Ugozzolo. In base alle prime indiscrezioni, pare che la quantità di rifiuti inceneriti al Paip resterà congelata alle attuali 130 mila tonnellate, mentre i costi di smaltimento dovrebbero essere parificati tra Parma e Reggio. Un tema questo, molto rilevante se si considera che Parma oggi paga 154 euro a tonnellata di rifiuti smaltiti a fronte dei 118 di Reggio Emilia per ogni tonnellata di rifiuti portata in discarica.
Con l’arrivo dei rifiuti solidi urbani di Reggio l’inceneritore parmigiano smaltirà invece meno rifiuti speciali, che potevano essere conferiti anche da altre regioni e che rendevano economicamente meno al gestore, allungando anche i tempi di ammortamento dei costi dell’impianto.
Debutta così nel campo ambientale l’area vasta che vorrebbe accomunate Parma, Piacenza e Reggio Emilia.
Nel frattempo, la Regione ha concluso con Hera un accordo per l’impianto di Forlì: la multiutility si impegna a dare esclusività di accesso al proprio impianto di Forlì ai rifiuti urbani di provenienza regionale per un limite massimo di 120 mila tonnellate all’anno. La Regione non consentirà quindi flussi di rifiuti provenienti da territori extra regionali nel termovalorizzatore forlivese. Un’indicazione che con ogni probabilità varrà anche per Parma e per tutti gli altri impianti.
L’obiettivo della Regione, sancito dal Piano regionale approvato dalla giunta, è riciclare entro il 2020 almeno il 70% di carta, metalli, plastica, legno, vetro e organico e ridurre al 5% lo smaltimento a partire dal conferimento in discarica.