Mentre 110mila adepti di Harry Styles vanno in brodo di giuggiole all’Rcf Arena del Campovolo (che supera così la prova del 9), mentre Putin bombarda civili e bambini e la cattedrale di Odessa (nel silenzio imbarazzante dei tupamaros locali), a Cesena, quatti quatti un gruppo di reggiani guida la rivolta interna bonacciniana. Vabbè, loro lo chiamano correntone di “Energia popolare” con l’impegno di fare da sentinelle (“…a che punto è la notte?”) all’orizzonte del partito ma insomma ci siamo capiti. In ordine di presunta importanza, all’assise semi-rifondarola c’erano anche Romano Prodi, Pierluigi Castagnetti, Graziano Delrio ed Andrea Rossi
A Cesena, se non proprio una corrente del Pd, definizione che tutti respingono con fermezza, in un convegno promosso da Stefano Bonaccini, dal titolo “Energia Popolare”, e’ il momento per far sentire la propria voce, per tutti coloro che hanno sostenuto il Governatore, alle primarie per la segreteria, ovvero la maggioranza degli iscritti al partito. Così, Bonaccini, a Cesena, accoglie big e ex big del Nazareno: Graziano Del Rio, Piero Fassino, Andrea Romano, Lorenzo Guerini.
Tra i più attesi, Romano Prodi. E il professore, accolto dalla platea in piedi e da tanti applausi, che da tempo, appunto, ripete alla segretaria Schlein di “rompere con i capibastone, ma non con le diversità di opinione all’interno del Pd”, chiede di creare sinergia “fra riformismo e radicalismo”, che chiama “dolce”. E puntualizza: “il problema di tornare a dialogare coi corpi intermedi, e’ un elemento assolutamente vitale. Senza questa fertilizzazione ogni partito è morto”.
La parola d’ordine che fa da linea rossa tra tutti gli interventi e’ “nessuno vuol mettere in discussione la leadership di Elly Schlein”, come spiega Graziano Del Rio, che parla della riunione di Cesena come una “area culturale che possa dare pensieri lunghi al partito”.
Più esplicito, il presidente del Copasir, Guerini, che dice: “C’è stato un esito diverso tra gazebo e circoli. Per la prima volta non c’è un segretario eletto con il 70 per cento. Chi guida il partito ha il dovere di interpretare questa complessità”.
E Bonaccini, in chiusura della due giorni, chiarisce: “il successo del Pd dipende anche da noi. Abbiamo bisogno in tutti i territori di portare un contributo di “Energia Popolare”. Alle difficoltà non rispondiamo mettendoci in panchina. Ci rimbocchiamo le maniche”. E poi, annuncia già un secondo tempo dei lavori:
“Quello di oggi è solo un primo passo, a settembre ne faremo un altro”. E poi si rivolge alla segretaria: “lei sa -dice- che in me può trovare chi lealmente vuole contribuire con le proprie idee. Se vogliamo essere grandi dobbiamo essere plurali”.
La leader risponde dalla festa dell’unità di Mantova: “nelle nostre sedi -dice- vanno bene le discussioni; poi, fuori tutti dobbiamo essere uniti per battere la destra”.
Al Nazareno, però , non si è del tutto spenta la polemica sulla scelta di Schlein di sostituire Gianni Cuperlo, al vertice della fondazione Pd, con Nicola Zingaretti.
Tg LA7