Firenze – Dopo lunghi mesi di didattica a distanza, anche in Toscana, gli studenti sono tornati nelle aule scolastiche ma, a causa del covid, hanno trovato una scuola diversa.
“La mascherina non mi dà noia – racconta Martina, arrivata quest’anno in prima media – perché sta cominciando a fare sempre meno caldo. Ma quello che mi dà noia è il distanziamento, mi dà noia non potermi alzare e andare al banco dell’altro. Non poter chiacchierare da vicino. Queste cose mi mancano. Ma prima o poi ci si deve abituare. Ogni giorno spero che questo virus se ne vada. Comunque i professori sono molto accoglienti e mi fanno sentire a casa”.
“Nella quarantena – continua Martina – non mi ero preoccupata della scuola e nemmeno l’estate: cercavo di pensare a delle cose belle. Il rientro a scuola lo aspettavo tanto ma speravo che riaprissero quando ero in quinta perché volevo salutare i miei compagni. Però, secondo me, il virus ha anche un lato positivo, mi ha fatto vivere delle esperienze nuove e diverse e mi ha insegnato ad essere meno esigente e a pensare sempre al lato positivo. Infine la cosa più importante è che mi ha insegnato a non abbattermi”.
Siamo già in ottobre ma in molte scuole si continua a seguire poche ore di lezione e non di tutte le materie. Mancano ancora molti insegnanti. Devono essere ancora nominati e, spesso, devono essere rifatte le graduatorie.
Se poi qualche studente si ammala e ha la febbre, scatta un rigido regolamento: bisogna subito avvertire il pediatra o medico di base che prenoterà il tampone. Intanto lo studente resta a casa in quarantena. Può tornare a scuola soltanto se il tampone è negativo. Se invece è positivo, tutta la classe va in quarantena”.