Firenze – Era il 1973. In Piazza Madonna degli Aldobrandini 8, a Firenze, nasceva l’Istituto Gramsci Toscano, sezione territoriale autonoma dell’Istituto Gramsci di Roma fondato nel 1950. Al pari delle altre esperienze gramsciane in Italia, vide la luce sotto la guida diretta del PCI e in particolare della Commissione Cultura del Partito all’epoca guidata da Giorgio Napolitano. Uno “status” rimasto fino agli anni ’80 quando l’Istituto è diventato autonomo per poi trasformarsi in Onlus dal 2004.
Al suo interno l’Istituto Gramsci Toscano raccoglie un archivio storico politico di valore assoluto, dal momento che conserva le carte della Federazione Fiorentina del PCI e quelle del quotidiano «Il Nuovo Corriere», la cui importanza storica e archivistica è stata riconosciuta dalla Soprintendenza Archivistica per la Toscana.
Non solo. Perché l’Istituto è stato anche un indiscusso protagonista della vita culturale e politica della città. Nato come punto importante di sintesi tra cultura e politica, tra intellettuali e società, nei suoi quarant’anni di vita è sempre stato custode e insieme promotore di un pensiero politico di sinistra nella sua accezione più ampia.
Ovviamente, come per tutte le altre realtà analoghe alla nostra, gli ultimi anni non sono stati facili. Ed è sempre più difficile poter far fronte alla drastica riduzione dei finanziamenti pubblici e privati. Da quando ho avuto l’onore di assumere la guida dell’Istituto Gramsci Toscano, ormai sette anni fa, mi sono ripromessa non solo di farlo sopravvivere, cosa che consideravo un atto dovuto ma per nulla scontato nel contesto in cui operavamo, ma di valorizzarlo nelle sue peculiarità, tenendo ben presente che l’attuale momento storico è molto diverso da quello in cui è nato l’Istituto.
Non ho mai pensato che fosse possibile trasportarlo, immutato, dalle necessità degli anni della sua nascita, a quelle degli anni presenti e futuri. Oggi deve ritrovare una nuova dimensione capace di fargli ancora interpretare lo stesso ruolo di cerniera tra sapere e società nella sua accezione più ampia ma anche contribuire a porre le basi per una nuova cultura politica e per la formazione di una nuova classe dirigente, attività quanto mai necessarie in un momento di crisi della politica come quello che stiamo vivendo in questi anni.
Eccola, la sfida per i prossimi 40 anni. Tenere insieme la dimensione globale e quella locale, l’Europa e la Toscana, da cui possiamo trarre sostegno e che possiamo contemporaneamente arricchire. Sono certa che su questa strada l’Istituto Gramsci Toscano potrà continuare il suo cammino. Ed avrà davanti, ancora, una lunga storia da poter raccontare.
Marta Rapallini Presidente Istituto Gramsci Toscano
Foto: Tessere del Pci donate da Aldo Dugini (1945-1989