“Critiche ad un Italia che ha sempre meno buon senso” era il titolo di una lettera scritta due anni fa a un giornale reggiano, dettata dall’indignazione per l’immagine data da una cattiva politica, rissosa, inconcludente e incapace di confrontarsi per il bene del paese. Riprendo le testuali parole con amarezza nel constatare che ancora una volta il tema è drammaticamente d’attualità. “ Sembra inutile richiamare al rigore chi ha ruoli politici e istituzionali o smuovere una classe dirigente sempre più concentrata su se stessa.
L’aula del Senato era quasi deserta mentre si parlava del disastro nel messinese, raro invece vedere la poltrona di un politico vuota in qualche trasmissione televisiva. Nell’attuale situazione sarebbe opportuno abbassare i toni della polemica, per concentrarsi con un po’ di buon senso sui problemi di un paese devastato dalla crisi e dalla cattiva gestione del territorio…” ( 11 ottobre 2009) . In quella circostanza, durante i lavori di recupero delle vittime, le parole del responsabile della protezione civile furono lapidarie “sono otto anni che denuncio la situazione”. Quale situazione ? Quella creata negli ultimi 30 o 40 anni nei quali si è lasciato costruire ovunque senza realizzare opere di prevenzione. Quella che non segue il monitoraggio di zone a rischio esondazioni e frane e vede case costruite nella foce dei fiumi. Quella con i fossi che spesso diventano discariche che impediscono il defluire delle acque…
E ora a distanza di due anni ascoltiamo di nuovo le parole dell’esperto che ribadisce ciò che ogni persona in coscienza non può dire di ignorare. Il cambiamento climatico ha reso le piogge meno frequenti ma più forti di intensità. La natura a volte si ribella e mostra il suo potere. In un territorio saccheggiato e cementificato senza logica alcuna, l’ondata di maltempo dei giorni scorsi ha fatto sì che ancora oggi si contino i morti. Non è accettabile la solita retorica “partecipazione al dolore” di chi non ha avuto a cuore il bene delle persone e non ha salvaguardato un paese o una città. Da tre giorni si parlava di allerta meteo, di una forte perturbazione che avrebbe coinvolto il versante ligure, Genova è nota a tutti come una città a rischio se sottoposta a forti eventi climatici. La situazione vissuta nei giorni scorsi alle Cinque Terre avrebbe dovuto insegnare. Credo che se gli amministratori avessero interpellato un marinaio genovese o un agricoltore di Vernazza loro sì avrebbero capito l’emergenza e forse avrebbero consigliato di chiudere le scuole, di fare evacuare la gente e allontanate le auto da zone a rischio allagamenti per far defluire le acque.
Considerando che già i Sumeri creavano canali per agevolare il contenimento delle acque, gli attuali amministratori con l’ausilio di consulenti che paghiamo profumatamente non ci pare che abbiano fatto di meglio. Anzi forse è l’ultimo dei loro pensieri prendere precauzioni, prevenire, finchè non arriva la catastrofe. Dalle immagini passate in televisione non emerge una grande preoccupazione per la messa in sicurezza e la tutela delle persone che sono state allertate a recarsi nei piani alti delle case quando già l’acqua aveva raggiunto livelli spaventosi. Forse c’era la speranza che anche questa volta tutto andasse bene, in sede di consiglio si saranno incrociate le dita: tanto le responsabilità non vengono mai fuori, la colpa è di chi c’era prima … mancano i fondi… abbiamo fatto tutto il possibile….
Ora naturalmente ci sarà l’indignazione della gente che viene ascoltata solo quando grida disperazione. I politici verseranno la lacrimuccia di rito e se ne riparlerà alla prossima occasione. Non mi si accusi di fare antipolitica ma io personalmente manderei i rappresentanti di maggioranza e opposizione, compresi i centristi a spalare fango fino alle prossime elezioni, ciò nonostante non potranno dire di essersi meritati tutti i privilegi di cui godono ingiustamente. A onor del vero è giusto riconoscere, lo hanno mostrato le immagini televisive, qualcosa è stato fatto nell’emergenza, il display posizionato all’ingresso della città di Genova oltre ad indicare il ritardo di 25 minuti degli autobus di linea, segnalava “Causa maltempo cimiteri chiusi”.