di Francesco Toschi*
Elettroni, protoni, neutroni, quark e infine i velocissimi neutrini: tutti nomi che in molti conoscono, ma il cui significato è noto a pochi.
Di questo ed altro si è trattato nella conferenza tenuta nell’aula multimediale del Liceo Scientifico “Lazzaro Spallanzani” lo scorso 21 gennaio dalla dottoressa Patrizii, ricercatrice presso l’Ifnf (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare). La semplicità e la chiarezza espositiva della relatrice hanno consentito agli studenti partecipanti di capire anche argomenti ostici come quelli riguardanti la fisica astroparticellare.
Il vero protagonista è stato il neutrino, al centro dell’attenzione mediatica in questi ultimi tempi, oggetto di studi presso il laboratorio abruzzese. Il neutrino è una particella elementare la cui esistenza fu ipotizzata a salvaguardia della legge di conservazione dell’energia; infatti, durante determinati processi nucleari si osservò che l’energia non rimaneva costante, bensì diminuiva, contravvenendo così a un principio basilare della fisica: l’energia mancante non poteva essere scomparsa, bensì era trasportata da una particella che può essere definita “ladra di energia”. Ciò che rende realmente difficile studiare i neutrini è l’impossibilità di una loro interazione con la materia a causa della loro minuscola massa considerata pari a zero per molti decenni: ogni secondo il nostro corpo senza risentirne è attraversato da circa 400.000 miliardi di neutrini provenienti dal Sole.
Sin dall’inizio del secolo scorso sono stati condotti numerosi esperimenti per studiare la natura di questa particella e negli ultimi anni il Gran Sasso ha avuto una posizione di rilievo a livello mondiale con scoperte di grande interesse e ricerche come BOREXINO, imponente esperimento col fine di studiare le reazioni nucleari interne al Sole esaminando la natura dei neutrini che arrivano dalla nostra stella.
La roccia che sovrasta per 1.400 metri i Laboratori Nazionali dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare garantisce il cosiddetto “silenzio cosmologico”, ossia elimina l’interferenza di altre particelle. I laboratori, nati da un’idea del Prof. Zichichi, ospitano rappresentanti di numerosi paesi stranieri e nella loro tipologia sono di gran lunga i più estesi al mondo. Questa conferenza deve far riflettere sulle grandi capacità che l’Italia ha e che non può lasciarsi sfuggire: l’eccellenza raggiunta deve servire da esempio di fiducia verso il nostro Paese pieno di potenzialità che troppo spesso siamo incapaci di riconoscere.
*studente del Liceo scientifico Spallanzani (classe VF)