Firenze – Sette passeggiate di un gruppo di amici per le strade di Firenze alla ricerca dei versi di Dante scolpiti nel marmo, per riscoprire i luoghi che videro Dante crescere come uomo, affermarsi come politico e poeta, fino alla condanna all’esilio.
E’ quanto propone Roberto Mosi , scrittore, poeta e fotografo fiorentino, nel libro “Ogni sera Dante ritorna a casa – Sette passeggiate con il Poeta”, pubblicato dalle Edizioni Il Foglio nella collana Narrativa. Il libro è il diario dei sette incontri offerto a chi volesse avvicinarsi a Dante nel settecentesimo anniversario della morte.
La pandemia ha obbligato il gruppo di amici a farne due virtuali nel periodo della zona rossa, da novembre al Natale 2020. L’obiettivo era la ricerca delle 34 lapidi con i versi della Commedia poste sui muri delle antiche costruzioni che il Comune di Firenze decise nel 1900 di collocare nelle vie e nelle piazze cittadine.
Si riscopre la città del Medioevo, dell’epoca violenta e straordinariamente ricca di Dante: “Le voci degli amici, nei commenti, nella lettura corale della poesia, si alzano in alto per le strade strette, in alcuni tratti, cupe, seguendo la musica delle terzine della Divina Commedia“.
Il percorso parte dalla Casa di Dante con i versi ”Io fui nato e cresciuto/ sovra ‘l bel fiume d’Arno alla gran villa. Inferno XXIII, 94-95 e termina al bel San Giovanni con riferimento ai primi versi del Canto XXV Paradiso, alla speranza di Dante, exul immeritus, di tornare al bello ovile e per una pubblica incoronazione a Firenze. “E noi a distanza di tanti secoli dalla sua scomparsa, viviamo di questa speranza, siamo certi che ogni sera Dante ritorna a casa”, dice Mosi.
C’è anche una proposta per chi governa la città: “I tempi sono maturi per progettare un nuovo sistema di comunicazione riguardi al patrimonio materiale e culturale della città legato alla figura del poeta, con rinnovate, più attuali letture della Divina Commedia, sollecitando la partecipazione dei cittadini a cominciare da quelli più giovani, nella consapevolezza che il dialogo con questo immenso patrimonio deve rinnovarsi nel tempo”.