I giovani? Più dipendenti che imprenditori. “E chi me lo fa fare!?”: agli under 35 non piace rischiare

Per i giovani reggiani perde appeal l’idea di fare impresa, mentre resiste il lavoro alle dipendenze. Le imprese “under 35” della provincia di Reggio Emilia, secondo l’analisi dell’Ufficio Studi della Camera di Commercio provinciale, sono scese – a giugno 2018 – a 4.596 unità, portando all’8,4% la loro incidenza. Per le imprese guidate da giovani si tratta della percentuale più bassa degli ultimi sette anni; nel 2011, infatti, la quota era al 10,7%.

Imprenditori o dipendenti? Per i giovani reggiani perde appeal l’idea di fare impresa, mentre resiste il lavoro alle dipendenze.

Le imprese “under 35” della provincia di Reggio Emilia, secondo l’analisi dell’Ufficio Studi della Camera di Commercio provinciale, sono scese – a giugno 2018 – a 4.596 unità, portando all’8,4% la loro incidenza sulla struttura imprenditoriale reggiana. Per le imprese guidate da giovani si tratta della percentuale più bassa degli ultimi sette anni; nel 2011, infatti, la quota era al 10,7%.

A fronte di 198 imprese giovanili nate nel trimestre aprile-giugno di quest’anno, le aziende che hanno espresso la volontà di non proseguire l’attività sono 91, con un saldo ancora positivo, ma che progressivamente si è ridotto dal +210 aziende del 2012 – anno in cui aveva raggiunto la punta più alta – all’attuale +107 unità, con un sostanziale dimezzamento.

Anche i dati relativi alle persone con cariche amministrative disaggregati per classe di età evidenziano una progressiva diminuzione dell’incidenza dei giovani al comando delle aziende insediate in provincia di Reggio Emilia, andamento che si osserva anche a livello nazionale. I titolari e amministratori di imprese reggiane che non avevano ancora compiuto 30 anni, nel 2011 erano 3.950 e rappresentavano il 5,2% del totale; dopo sette anni sono scesi a 2.667 e l’incidenza percentuale sul totale degli imprenditori/amministratori è scesa al 3,8%.

A fare da contraltare alla flessione dei giovani amministratori d’impresa arrivano invece buone notizie dal tasso di disoccupazione dei giovani appartenenti alla classe d’età 15-29 anni. Dopo aver raggiunto il valore massimo, pari al 17,4%, nel 2014, a fine 2017 è infatti sceso al 14,8%.

Contemporaneamente il tasso di occupazione giovanile, ovvero gli occupati nella classe d’età 15-29 anni rapportati alla popolazione totale di quella stessa classe d’età, prosegue nella sua seppur lenta ripresa. Dopo aver toccato il valore minimo nel 2014 con il 36,6% ed essersi scostato di poco nel 2015 (36,7%), nel 2016 si è portato al 38,9% e, nel 2017, si è attestato al 39,1%.

Una conferma in tal senso viene anche dai dati – forniti dall’Agenzia regionale per il lavoro dell’Emilia-Romagna tramite i servizi per l’impiego di Reggio Emilia – relativi agli avviamenti al lavoro e alle cessazioni disaggregati per classe di età. Sebbene il numero dei contratti non corrisponda al numero delle persone entrate nel mondo del lavoro (sulla stessa persona, infatti, può  essere attivato anche più di un contratto nello stesso anno), nel 2017 gli avviamenti di giovani appartenenti alla classe d’età 15-29 anni sono stati 38.832 a fronte di 34.143 cessazioni con un saldo positivo di 4.489 unità.

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