Firenze – Eppur qualcosa si muove nelle coscienze delle vecchie democrazie alle prese con un sempre più evidente tentativo di Stati imperialisti ex comunisti (in modo particolare ma non solo) di imporre modelli culturali dittatoriali di stampo pre-monarchico. Il comitato di redazione del più importante quotidiano economico italiano, prende fortemente le distanze, in nome dei valori democratici appunto, dall’inserto del loro giornale del 4 dicembre “Focus China”, agiografico per ovvi motivi di commissionamento.
Tra le altre cose, i giornalisti del Sole (non quello dell’avvenire ma quello della contemporaneità, ndr), scrivono: “Fare da cassa di risonanza ai messaggi di uno Stato dove il pluralismo politico è nullo, la libertà di espressione e il diritto di critica mai riconosciuti, il diritto anche all’esistenza di minoranze negato, autore di una politica estera aggressiva e imperialista, è a nostro giudizio più che inopportuno, pericoloso”. Stamptoscana solidarizza ampiamente e profondamente coi colleghi del Sole (non quello dell’avvenire, come sempre) e invita i politici, gli imprenditori, i giornalisti toscani a prendere esempio dalla vicenda.
Il comunicato del Cdr delSole 24 Ore
“Care lettrici, cari lettori,
prendiamo fortemente le distanze da quanto pubblicato sul Sole 24 Ore di domenica 4 dicembre sotto il titolo «Focus China»: quattro pagine di giornale sono state dedicate a propagandare risultati, prospettive e forza attrattiva dell’economia cinese. Non con servizi giornalistici, ma nell’ambigua forma del “publiredazionale”, dove contenuti pubblicitari vengono tradotti in una grafica che crea un evidente rischio di confusione per chi legge.
A non essere indicata chiaramente su quelle pagine, oltre alla matrice pubblicitaria, è anche la committenza, mentre chiarissimi sono i contenuti ed eloquenti i titoli (“Gli importanti risultati dell’economia cinese nell’ultimo decennio”, “La crescita di qualità della Cina”, “Un salto storico dell’economia cinese nella nuova era”, “Cina e Ue rafforzano la sinergia nelle strategie di sviluppo”, “Il commercio estero cinese è stabile e va lontano”), tanto da fare pensare senza troppe difficoltà a un investitore istituzionale, soprattutto in un Paese dove tra sistema economico e apparato politico il confine è assai labile, se non inesistente.
E allora, fare da cassa di risonanza ai messaggi di uno Stato dove il pluralismo politico è nullo, la libertà di espressione e il diritto di critica mai riconosciuti, il diritto anche all’esistenza di minoranze negato, autore di una politica estera aggressiva e imperialista, è a nostro giudizio più che inopportuno, pericoloso.
A peggiorare le cose c’è la recidiva: tempo fa analoghe pagine vennero pubblicate, ce ne lamentammo anche allora e venne preso l’impegno di informare preventivamente la rappresentanza della redazione e di concordare almeno la forma, se non i contenuti. Impegno non mantenuto. Le esigenze del conto economico non possono prevalere su ogni altro tipo di considerazione.
Il Comitato di redazione del Sole 24 Ore”.
In foto Xi Jinping