Firenze – Pur non essendo oggetto di in uno dei tanti Manifesti proclamati agli inizi del secolo scorso, i futuristi fecero largo uso della tecnica incisoria, in particolare della xilografia e la linoleumgrafia, che per la loro immediatezza e l’utilizzo di materiali semplici da incidere esaltavano i principi della modernità resi noti dall’editoriale di Marinetti dal titolo “Le Futurisme” su Le Figarò del 20 febbraio 1909 e prima ancora su alcuni quotidiani italiani. Un aspetto meno noto, quello dell’incisione che però ebbe grande fortuna tra gli artisti del futurismo e che trovò ampio spazio grazie anche alle numerose riviste e fogli che ebbero vita, più o meno breve, prima fra tutte Lacerba, autentiche palestre e laboratori per la pratica incisoria.
La Fondazione Centro Studi sull’Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti ha voluto dedicare a questo tema una mostra dal titolo Il segno dell’avanguardia. I Futuristi e l’incisione, a cura di Francesco Parisi e Giorgio Marini che rimarrà aperta al pubblico fino al 15 aprile nella sede del Complesso Monumentale di San Micheletto a Lucca.
Si tratta di 130 opere di artisti futuristi tra cui Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Gino Severini, Luigi Russolo, Thayaht, Mario Sironi, Ardengo Soffici, Fortunato Depero, Enrico Prampolini, Romolo Romani, Primo Conti, Giorgio Morandi, Osvaldo Bot, Antonio Marasco, Duilio Cambellotti, Achille Lega, Giannetto Malmerendi, Alberto Martini, Emilio Notte, Anselmo Bucci, Roberto Iras Baldessari, Carlo Erba, Francesco Dal Pozzo, Lorenzo Viani e Renato Di Bosso. La mostra si propone come un’ occasione di studio e come sottolineano nell’introduzione al catalogo Paolo Bolpagni e Giorgio Tori, rispettivamente direttore e presidente della Fondazione Ragghianti: «crediamo che uno dei meriti della mostra consista nel riportare alla luce una copiosa produzione artistica meritevole di studio e riscoperta, oltre che nel proporre e sostenere una precisa interpretazione critica, che vede nella confluenza dell’immaginario simbolista mitteleuropeo e delle ricerche divisioniste sulla scomposizione del colore il ‘terreno di coltura’ da cui sarebbe poi nata la poetica futurista».
Per comprendere meglio la storia della grafica futurista, il percorso espositivo è suddiviso in tre sezioni cronologiche: Simbolismo, Prefuturismo e Futurismo. Completano la rassegna opere grafiche di incisori che parteciparono al movimento futurista soltanto per una breve stagione mentre una sezione a parte è dedicata alle pubblicazioni contenenti opere di grafica originale come cataloghi autoprodotti o libri illustrati, evidenziando in questo modo il contributo delle tecniche grafiche ‘originali’ alla vastissima pubblicistica futurista.
La mostra, voluta dal direttore Paolo Bolpagni, dal Comitato scientifico e dal Consiglio d’Amministrazione della Fondazione Ragghianti è stata realizzata grazie al costante supporto della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca.
Foto: Umberto Boccioni, Dinamismo di un corpo umano, particolare in copertina.