C’è chi si preoccupa per il traffico e i treni in ritardo e chi già parla di “regia occulta” evocando scenari pre-golpe. Certo è che lo sciopero dei forconi sta provocando qualche inquietudine non sono nei palazzi romani ma anche nelle prefetture e nelle questure.
Nulla di grave è successo a Reggio, per carità: un centiaio di persone che hanno protestato in piazza con cartelli e striscioni e un volantinaggio al casello autostradale. Nessun forcone in vista, nessuno scontro con le forze dell’ordine, nessun blocco del traffico. Una protesta civile e più che comprensibile in un Paese i più si sentono frustati e frustrati.
Poi arrivano le immagini dei poliziotti che si tolgono il casco davanti ai manifestanti, notizia immediatamente lanciata dal blog di Beppe Grillo. Sono seguite le smentite ufficiali. “Un comportamento ordinario”, collegato al “venir meno dello stato di tensione e delle esigenze di ordine pubblico” per la Questura di Torino. I sindacati di polizia Ugl e Siulp parlano invece di “segno di manifesta solidarietà e totale condivisione delle ragioni a base della protesta odierna di tutti i cittadini che hanno voluto gridare basta allo sfruttamento e al soffocamento dei lavoratori e delle famiglie italiane”. “E’ un atto che per quanto simbolico – prosegue il comunicato del Siulp – dimostra però che la misura è colma e che i palazzi, gli apparati, e la stessa politica ormai sono lontani dai problemi reali dei cittadini”.
C’è però chi parla di regia di estrema destra dietro le proteste. Scrive Gad Lerner sul suo blog: “Qui e là bandiere di Forza Nuova, gli ultràs organizzati a fronteggiare per primi la polizia, le organizzazioni degli ambulanti e dei camionisti assai lontane dal sindacalismo di base… perfino il gesto di simpatia dei poliziotti che accettano l’invito a togliersi il casco rivolto loro dai manifestanti, mi induce a sospettare una regia di estrema destra dietro alal protesta dei Forconi. Un nome, un programma. In Sicilia ne avevamo già conosciuto lo sconfinamento, diciamo così, con un eufemismo, nella zona grigia del potere e dell’economia illegale. Chi ha pianificato nell’inverno 2013 questa sorta di jacquerie, mirando alla sollevazione generale di un paese esasperato. ha senz’altro un progetto politico in testa. La destra del dopo Berlusconi può rivelarsi ancora più eversiva e più pericolosa, facendo leva su una rabbia popolare indubbiamente giustificata”.