I film storici: come il grande cinema racconta (e fa) la storia

Firenze – Tre anni dopo Ciak si pensa! Come scoprire la filosofia al cinema (Carocci, 2016), in cui il cinema è messo in relazione con la filosofia, Andrea Sani, nel suo Lo specchio della storia. Il grande cinema di ambientazione storica (ETS, 1919), mette in rapporto i film storici con la storia. Nei venti capitoli del libro, l’autore segue l’impostazione proposta dagli storici francesi delle Annales Pierre Sorlin e Marc Ferro. Le singole pellicole sono infatti considerate sia come strumento per raccontare la storia dell’epoca descritta dalle loro immagini, sia come fonte per conoscere la storia del periodo in cui tali film sono stati prodotti sia, in alcuni casi, come agenti di storia cioè come protagoniste esse stesse di eventi storici.

Il volume è diviso in cinque sezioni: Antichità, Medioevo, Età moderna, Ottocento e Novecento. La sezione sul Novecento presenta, fra l’altro, un lungo capitolo dedicato ai cartoni animati disneyani di propaganda bellica prodotti durante la Seconda guerra mondiale e poco noti in Italia perché mai apparsi in televisione e spesso assenti nei DVD diffusi nel nostro Paese.

Conclude il volume una filmografia una selezione aggiornata di più di trecento film storici, ordinati secondo l’argomento e il periodo da descritto dei quali si forniscono i dati essenziali e una breve sintesi della trama. Questa parte del volume può risultare utile agli insegnanti che vogliono utilizzare i film storici come strumento didattico.

Rifacendosi al punto di vista di Sorlin e Ferro, Sani osserva, in primo luogo, che una pellicola storica può essere analizzata come un discorso sul passato, come una ricostruzione particolarmente coinvolgente di vicende e personaggi storici per via delle peculiarità del mezzo cinematografico che si avvale  della sulla musica, del dialogo parlato e delle immagini in movimento.

In secondo luogo, un film storico può essere considerato come “fonte storica” per lo studio dell’epoca in cui è stato prodotto. Infatti, molti film ambientati nel passato offrono informazioni circa il modo in cui l’opinione pubblica o il potere concepiscono la propria storia remota o recente Infine, alcune pellicole storiche sono analizzabili come veri e propri “agenti di storia”.

Alcuni film si sono trasformati essi stessi in “eventi” socialmente rilevanti, magari per le polemiche che hanno provocato.  Esemplare fra tutti i film analizzati il caso di Orizzonti di gloria di Kubrik che presenta tutte e le caratteristiche: è ricostruzione e rievocazione della vita nelle trincee della Grande Guerra; è fonte poiché documenta una certa sensibilità pacifista e antimilitarista di parte dell’America degli anni Cinquanta; è agente perché ha contribuito a diffondere quella sensibilità nell’opinione pubblica.

Benché manchi fra i film analizzati il celebre La corazzata Potemkin la lettura del libro propizierà sicuramente la riconciliazione fra gli spettatori e quei film che, in linguaggio tecnico, si son sempre chiamati “polpettoni”.

Se, come scriveva Dilthey, la storia si può solo rievocare e non spiegare allora il cinema è un mezzo privilegiato.
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